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Settant’anni fa, dalla devastazione della guerra alla democrazia: “è stato un miracolo della politica”. Le ragioni di attualità dell’anniversario 2016 della Repubblica sono state messe in luce dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, che ha anticipato le celebrazioni del 2 giugno presentando la ricerca Corecom-Ipsaic sul referendum istituzionale e sulle prime elezioni libere a suffragio universale per la Costituente.
“La politica, i partiti hanno salvato il Paese. Sbaglia chi pensa oggi che l’antipolitica possa risollevare le sorti dell’Italia. Dovrebbe apprendere la lezione della storia e capire che solo la politica ha ricostruito una nazione distrutta moralmente e materialmente. Ed ora, solo la politica può rilanciare il nostro sviluppo in un’Europa più unita e più forte”, ha aggiunto Loizzo.
Dal voto pugliese viene un ulteriore insegnamento “per chi pensa di cavalcare il disagio sociale”, ha osservato ancora il presidente: in una regione nella quale prevalse nelle urne la monarchia (la circoscrizione di Lecce fu tra le più monarchiche d’Italia, con Napoli), le aree più povere - l’Alta Murgia e l’Appennino Dauno, con le capitali del bracciantato (Cerignola, Andria, San Severo) - votarono in modo massiccio per la repubblica, con percentuali tra il 60 e il 70%. La più repubblicana fu Orsara (76%).
“La la parte più disagiata della Puglia capì allora che solo la politica e la nuova forma repubblicana dello Stato potevano risollevare un Paese distrutto”, ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, che tra i trentuno costituenti pugliesi ha ricordato in particolare le figure del “padre della CGIL Giuseppe Di Vittorio, eletto nelle liste del PCI, dello statista democristiano Aldo Moro e di Giuseppe Grassi, figura di spicco del mondo liberale e cofirmatario della Costituzione”. Alcuni degli articoli fondamentali, in particolare quelli sulle libertà e sui diritti del lavoro, furono ispirati da Di Vittorio, quelli sulla scuola da Aldo Moro.
La ricerca è contenuta in un libro, La Puglia alla Costituente”, a firma del direttore dell’Ipsaic, Vito Antonio Leuzzi e del ricercatore Raffaele Pellegrino, con un saggio introduttivo del presidente del Corecom Puglia Felice Blasi. Un lavoro di gruppo, come ha segnalato Liuzzi: il quarto titolo di una collana di studi sulla storia della ricostruzione nel secondo dopoguerra, un progetto reso possibile dalle risorse del Corecom e dai materiali documentali conservati dall’istituto storico, l’Ipsaic, che ha sede nella biblioteca del Consiglio regionale.
“Il Consiglio regionale fa cultura, sono prodotti che consegniamo alla Puglia e soprattutto alle scuole – ha detto Blasi – la comunicazione politica ha salvato il Paese in quegli anni. Le persone di cui si parla hanno scongiurato la guerra civile: niente assicurava il 2 giugno 1946 che il 3 giugno un colpo di stato non avrebbe cancellato il voto favorevole alla repubblica”. (fel)
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