IL PRESIDENTE
DELLA GIUNTA
REGIONALE
Visto l’art. 121
della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale 22 novembre
1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce al Presidente della Giunta Regionale
l’emanazione dei regolamenti regionali;
Visto l’art. 42,
comma 2, lett. c) L. R. 2 maggio 2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”;
Visto l’art. 44, comma 2, L. R.
12 maggio 2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”;
Vista la L.R. 3
agosto 2006 n. 25 ed in particolare l’art. 13;
Vista la Delibera
di Giunta Regionale n. 1103 del 23.06.09 di adozione del Regolamento;
EMANA
Il seguente
Regolamento:
Premessa
Il Dipartimento di Prevenzione è una struttura dipartimentale
(disciplinata dall’art. 13
della L.R.
3 agosto 2006 n. 25) dotata di autonomia organizzativa e contabile ed è
organizzato per centri di costo e di responsabilità ai sensi dell’art.7 del
D.Lgs. n. 502/92 e s.m.i.
Pur articolandosi in Unità Operative Complesse (U.O.C.), la cui
distribuzione è definita in rapporto con le dimensioni e le caratteristiche
orografiche del territorio, il Dipartimento di Prevenzione realizza una
integrazione delle attività delle stesse secondo i principi dei processi per
obiettivi, della multidisciplinarietà delle azioni e della unireferenzialità per
l’utenza.
Il Dipartimento di Prevenzione è costituito da strutture
operative, omogenee, affini e complementari che pur mantenendo la propria
autonomia e le proprie responsabilità gestionali e professionali perseguono
finalità comuni e sono tra loro interdipendenti.
Per il potenziamento e lo sviluppo delle attività di
prevenzione, assume un significato centrale l’attività di promozione della
salute. La stessa, opportunamente orientata ed ispirata ai principi di qualità,
correttezza e continuità, è uno degli elementi indispensabili alla efficacia
della prevenzione primaria.
L’OMS definisce la Sanità Pubblica come l’insieme degli
“sforzi organizzati della società per sviluppare politiche per la salute
pubblica, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e per
favorire l’equità sociale nell’ambito di uno sviluppo sostenibile”.
Esercitare la sanità pubblica significa, pertanto, coordinare azioni ed
interventi che hanno un impatto sulla salute della popolazione, anche al di là
dell’ambito dei servizi sanitari in senso stretto, ma anche, ovviamente, fornire
tutti i servizi sanitari necessari alla promozione della salute, alla
prevenzione della malattia, alla riabilitazione fisica, sociale e lavorativa.
I determinanti più potenti della salute devono essere ricercati
nelle condizioni sociali, economiche e culturali di una popolazione; la
tradizionale visione di sanità pubblica, orientata alla ricerca delle cause
biomediche, comportamentali e sociali della malattia, deve essere arricchita da
un approccio multisettoriale ai determinanti della salute che tenga conto delle
prospettive fisiche, economiche, sociali, culturali e di genere della
popolazione e delle disuguaglianze nella salute.
Oltre a queste nuove acquisizioni, sono sopravvenute negli
ultimi anni importanti modifiche del contesto e del Servizio sanitario
regionale, che richiamano oggi la necessità di un marcato “riorientamento” del
ruolo del Dipartimenti di Prevenzione, con particolare riferimento agli
obiettivi ed ai contenuti della loro attività, e al conseguente assetto
organizzativo.
In uno scenario caratterizzato da valori sociali di riferimento
diversi dal passato, dalla crescita di nuovi sistemi di responsabilizzazione e
di processi di semplificazione amministrativa e dallo sviluppo, in sanità, della
ricerca di pratiche basate su prove di efficacia, si evidenzia la necessità di
una partecipazione più organica dei Dipartimenti ai grandi problemi odierni di
sanità pubblica, e di una loro azione più connessa alle realtà distrettuali,
nonché più unitaria ed integrata al proprio interno e con gli altri servizi
sanitari.
Occorre dunque una “nuova” sanità pubblica, orientata a
considerare la natura multifattoriale e multidimensionale della salute, oggi
intesa come esito di fattori - i determinanti di salute - in parte modificabili
come l’ambiente, i fattori socio-culturali, l’accesso ai servizi, lo stile di
vita.
Nel momento in cui la sanità pubblica allarga il proprio ambito
di interesse e assume come specifico oggetto di intervento la modifica dei
comportamenti individuali e collettivi, che costituiscono i determinanti
principali dell’epidemiologia contemporanea, ai Dipartimenti di Prevenzione non
deve sfuggire la necessità del coinvolgimento dei vari attori sociali e di una
consapevole partecipazione della comunità per la definizione e attuazione di
politiche per la salute: per ottenere ciò è necessaria una stretta relazione con
le Istituzioni locali e lo sviluppo di capacità di comunicazione con l’intera
popolazione di riferimento, per affrontare compiutamente ogni aspetto dei
problemi connessi alla programmazione e attuazione degli interventi di sanità
pubblica.
In tal senso dunque, i programmi di sanità pubblica e la
“visione” di popolazione tipica dei Dipartimenti (la visione collettiva dei
problemi, l’epidemiologia, la gestione e la comunicazione del rischio, ecc.)
sono strategici per realizzare gli obiettivi di salute affidati alle Aziende
sanitarie e configurano uno specifico ruolo dei Dipartimenti di Sanità pubblica
nei confronti della Direzione delle Aziende Usl.
Occorre ridefinire ambiti e priorità in modo da conseguire
equilibrio ed integrazione tra le azioni di vigilanza e le azioni di
sorveglianza e di educazione alla prevenzione, tutte egualmente importanti per
sostenere gli obiettivi della prevenzione.
Nell’organizzazione del Dipartimento di Prevenzione e delle
U.O.C. che lo compongono, la funzione di vigilanza, pur esercitata in maniera
coordinata in ambito dipartimentale, va considerata come strumento specialistico
nell’ambito di ciascun U.O.C., a fianco alla informazione, formazione e
assistenza e a tutte le possibili attività di promozione della prevenzione
stessa.
Art. 1
Organizzazione del Dipartimento
1 Il Dipartimento di Prevenzione ha
competenza nell’ambito territoriale della ASL coincidente con la provincia.
2. La direzione del Dipartimento di
Prevenzione è assicurata dal:
a. Direttore del Dipartimento
b. Comitato di Direzione del Dipartimento.
3 Il Dipartimento di Prevenzione
è articolato in Aree Territoriali composte dalle Unità Operative Complesse di:
a) Igiene e Sanità Pubblica (SISP),
b) Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro
(SPESAL),
c) Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
(SIAN),
d) Sanità animale (SIAV AREA A),
e) e)Igiene della produzione,
trasformazione,commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di
origine animale e loro derivati (SIAV AREA B),
f) Igiene degli allevamenti e delle
produzioni zootecniche (SIAV AREA C).
4. Tenendo conto della peculiarità di
ciascun territorio, degli insediamenti produttivi del radicamento territoriale
dei servizi ed in considerazione della entità numerica della popolazione, delle
caratteristiche orografiche del territorio, della viabilità e dei collegamenti
il
territorio della ASL Bari è diviso in 3 Aree Territoriali, quello di
Lecce in n.2, quello
della ASL Foggia è diviso in n. 2, quello di Taranto, Brindisi e BAT in n.1
Area Territoriale. (1)
La definizione dell’ambito territoriale di pertinenza delle Unità Operative
Territoriali è effettuata con provvedimento del Direttore Generale, su proposta
del Direttore Sanitario e acquisito il parere del Direttore del Dipartimento di
Prevenzione.
5. In staff alla Direzione del
Dipartimento di Prevenzione sono istituite tre strutture semplici con funzioni
tecnico-sanitarie:
1. Epidemiologia e flussi informativi
2. 2.Qualità, comunicazione, formazione,
Educazione sanitaria
3. 3.Servizio Tecnico della Prevenzione ai
sensi dell’art. 34
della L.R.
26/06.
4. 4.I Direttori Generali delle ASL su
proposta del Direttore del Dipartimento di Prevenzione possono ricomprendere le
funzioni e le attività delle strutture semplici di cui al punto 1 e 2 in
un’unica struttura organizzativa.
È prevista, inoltre, una struttura amministrativa con funzioni
di:
1. Segreteria
2. Gestione del personale
3. Collaborazione nella gestione del budget
assegnato al Dipartimento
4. Collaborazione nel controllo di gestione
5. Predisposizione di atti amministrativi
Lo svolgimento delle funzioni del Dipartimento di Prevenzione è
garantito mediante le Unità Operative Complesse Territoriali e le loro
articolazioni organizzative.
6
. Il Dipartimento di Prevenzione assolve alle funzioni di coordinamento
dell’attività di promozione della salute e di prevenzione delle malattie
cronico-degenerative condotte in collaborazione con gli altri Servizi e
Dipartimenti della ASL. (2)
(1) Alinea così modificato dal Regolamento regionale del 28 agosto 2012, n. 22,
successivamente modificato dal r.r.
n. 30/2012, art. 1.
(2) Comma aggiunto dal Regolamento regionale del 28 agosto 2012, n.
22.
Art. 2
Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione è nominato dal
Direttore Generale tra i Direttori delle
U.O.C. di cui all’art.1 co. 3, che abbiano i requisiti previsti
dalle norme nazionali e regionali.
Il Direttore è responsabile del raggiungimento degli obiettivi
e dell’uso razionale delle risorse assegnate. In particolare:
a. È responsabile
dell’assetto organizzativo complessivo della struttura.
b. Coordina le attività relative
alle strutture del Dipartimento di Prevenzione al fine del conseguimento degli
obiettivi stabiliti dal piano annuale.
c. Verifica periodicamente
i risultati raggiunti al fine del conseguimento degli obiettivi annuali.
d. È responsabile del budget
assegnato, ne negozia la ripartizione interna con i Direttori dei Servizi di cui
all’art.1 co.3, lo gestisce in conformità agli indirizzi ed alle indicazioni
della Direzione Generale con la collaborazione del Comitato di Direzione.
e. Istituisce i gruppi di
lavoro permanenti o temporanei costituiti da operatori delle diverse strutture,
sentito il Comitato di Direzione.
f. Gestisce
direttamente la quota di risorse per lo svolgimento delle attività della
direzione del Dipartimento di Prevenzione.
g. Organizza e gestisce le
attività di competenza del Dipartimento di Prevenzione in caso di eventi che
determinano emergenze generali per la popolazione, a valenza pluridisciplinare.
h. Assicura il
funzionamento del Dipartimento, attuando modelli organizzativi concordati con il
Comitato di Direzione.
i. Rappresenta
il Dipartimento nei rapporti con il Direttore Generale e gli Organismi ed Enti
esterni.
j. Convoca e presiede
il Comitato di Direzione del Dipartimento di Prevenzione.
Art. 3
Comitato di Direzione del Dipartimento di Prevenzione
Il Comitato di Direzione del Dipartimento di Prevenzione è
costituito da:
a. Il Direttore del
Dipartimento di Prevenzione, che ne assume la presidenza;
b. I Direttori delle U.O.C.
Territoriali per le ASL di TA, BR e BAT;
c. I Coordinatori delle
U.O.C. Territoriali delle ASL di BA, LE, FG;
d. Il Dirigente del Servizio
Tecnico della prevenzione di cui all’art. 9 del presente regolamento;
e. Il Dirigente
Responsabile della Struttura Amministrativa di Staff. Il segretario del Comitato
di direzione è individuato tra il personale amministrativo di staff.
Nel rispetto degli indirizzi aziendali, il Comitato di
Direzione esprime pareri sui seguenti argomenti:
a. Assegnazione del
personale afferente al Dipartimento di Prevenzione alle strutture del
Dipartimento.
b. Adozione di modalità
organizzative volte al miglioramento dell’efficienza e all’integrazione delle
attività delle strutture del dipartimento.
c. Istituzione di unità
operative semplici, e di incarichi professionali di alta specializzazione.
d. Ottimizzazione dell’utilizzo
degli spazi, delle attrezzature e delle risorse.
e. Rapporti con i
Distretti, i Dipartimenti di Salute Mentale, i Dipartimenti delle Dipendenze
Patologiche territoriali, nonché, con ARPA, IZS, Università, Osservatorio
Epidemiologico Regionale.
f. Programmazione
annuale delle attività del Dipartimento di Prevenzione.
g. Indirizzi sui piani
formativi per il personale.
h. Linee guida utili per il
corretto indirizzo delle attività del Dipartimento.
Art. 4
Unità Operative Complesse Territoriali
I Direttori delle U.O.C. Territoriali. sono nominati a seguito
di avviso quinquennale bandito ed espletato ai sensi del DPR 484/98 e L.R.
n.25/2006.
I compiti dei Direttori delle Strutture Complesse Territoriali
sono:
a. Gestione del personale e
delle risorse attribuite in relazione al raggiungimento degli obiettivi
assegnati.
b. Gestione delle attività della
U.O.C., finalizzata al raggiungimento degli obiettivi assegnati.
c. Coordinamento delle
U.O.Semplici individuate nel contesto della U.O.C. Territoriale e degli
incarichi professionali di alta specializzazione.
d. Rappresentanza dell’U.O.C.
territoriale nei rapporti con Enti, Istituzioni, sentito il Coordinatore della
U.O.C. territoriali ove previsto.
e. Partecipazione al
Comitato di Direzione nelle ASL di TA, BR, BAT.
f. Collaborazione
nella verifica periodica dei risultati raggiunti al fine del conseguimento degli
obiettivi annuali.
g. È responsabile del
Sistema informativo della U.O.C. garantendone la qualità e la continuità dei
relativi flussi.
Art. 5
Il Coordinatore delle U.O.C. Territoriali
Per le Asl di Bari, Lecce e Foggia, il Direttore Generale,
acquisito il parere del Direttore del Dipartimento di Prevenzione, previa
concertazione con i Direttori delle Unità Operative Complesse Territoriali,
nomina il Coordinatore di ciascuna U.O.C. Territoriale di cui al comma 3
dell’art.1 del presente regolamento, scelto tra i direttori delle U.O.C.
territoriali.
Il Coordinatore delle U.O.C. territoriali svolge le seguenti
funzioni al fine di garantire:
a. Il coordinamento per la
realizzazione della programmazione e degli indirizzi generali;
b. L’uniformità delle azioni e
delle procedure sul territorio;
c. La negoziazione
dell’assegnazione delle risorse alle U.O.C. Territoriali e Semplici
Dipartimentali in accordo con i rispettivi direttori e Dirigenti responsabili;
d. La rappresentanza delle U.O.C.
nei rapporti con il Direttore di Dipartimento, con il Direttore Generale e
con le Istituzioni per le problematiche sovraterritoriali;
e. Garantisce la qualità e
la continuità dei flussi informativi delle U.O.C. territoriali;
f. La definizione dei
bisogni formativi per l’aggiornamento del personale delle U.O.C. Territoriali;
g. La collaborazione con il
Direttore di Dipartimento nella verifica periodica dei risultati raggiunti al
fine del conseguimento degli obiettivi annuali.
Il Coordinatore delle U.O.C. territoriali resta in carica 3
anni.
Art. 6
Unità Operative Semplici a valenza Dipartimentale
Le Unità Operative Semplici a valenza Dipartimentale sono
quelle strutture che svolgono funzioni con la finalità di approfondimento
tecnico e omogeneizzazione delle prestazioni sul territorio provinciale.
Il Direttore Generale può individuare, sulla scorta
dell’analisi dei bisogni organizzativi, acquisito il parere del Comitato di
Dipartimento, per ciascuna area di cui al comma 2 dell’art. 7 quater del D.Lg.vo
502/92 e s.m.i. strutture semplici a valenza dipartimentali.
I Responsabili delle U.O.S. a valenza dipartimentale sono
individuati dal Direttore Generale della ASL, su proposta del Direttore di
Dipartimento, previa intesa dello stesso con i Direttori delle U.O.C.
Alla U.O. Semplice a valenza dipartimentale vengono assegnate
risorse di personale e di strutture, coerenti con gli obiettivi ed il budget a
loro assegnati dal Direttore della U.O.C.
Il Responsabile della U.O.S. a valenza dipartimentale ha il
compito di gestire le risorse affidate, programmare ed eseguire gli interventi
di competenza, al fine di conseguire gli obiettivi assegnati.
Art. 7
Unità Operative Semplici Territoriali
Le U.O. Semplici Territoriali svolgono compiti funzionali al
raggiungimento degli obiettivi delle U.O.C, in relazione a specifici bisogni
espressi dal territorio.
Il Direttore Generale individua le strutture semplici
territoriali su proposta del Comitato di Direzione.
I Responsabili delle U.O.S. Territoriali sono individuati tra i
Dirigenti medici e/o veterinari delle U.O.C. territoriali di competenza, e
nominati dal Direttore Generale su proposta del Direttore di Dipartimento previa
intesa con i Direttori della U.O.C..
Alla U.O. Semplice vengono assegnate risorse dedicate in linea
con gli obiettivi ed il budget a loro ribaltati dal Direttore dell’U.O.C. di
riferimento.
Il Responsabile della U.O. Semplice ha il compito di gestire le
risorse affidate, programmare ed eseguire gli interventi di competenza, coerenti
con gli obiettivi assegnati.
Art. 8
Incarichi professionali
Il Direttore Generale sulla base delle esigenze funzionali
conferirà incarichi professionali di alta specializzazione al personale con
elevate competenze tecnico professionali, come previsto dai vigenti CCNL della
dirigenza.
Art. 9
Servizio Tecnico della Prevenzione
Nell’ambito della Direzione del Dipartimento opera un servizio
Tecnico della Prevenzione di cui all’art. 3 lett. d). Il servizio è affidato ad
un dirigente a cui sono assegnati i seguenti compiti:
a. Concorrere all’individuazione degli obiettivi del
Dipartimento di Prevenzione in ordine alle attività delle prestazioni
professionali specifiche;
b. Collaborare con il Direttore del Dipartimento ai fini di una
verifica delle attività di vigilanza;
c. Collaborare con le Università sedi di corsi di laurea
delle professioni sanitarie della prevenzione;
d. Collaborare alla realizzazione dei processi di formazione
professionale del personale, elaborando progetti formativi;
e. Collaborare alla individuazione del fabbisogno del
personale tecnico nelle varie U.O.C. del Dipartimento di Prevenzione.
f. Concorrere al governo complessivo delle funzioni
della prevenzione garantendo l’uniformità delle procedure nell’ambito degli
interventi di vigilanza ed ispezione.
I dirigenti delle professioni sanitarie sono nominati dal
Direttore Generale con le procedure previste dall’art. 34
comma 8 della L.R.
n. 26/2006.
I Coordinatori dei Tecnici della Prevenzione rispondono degli
obiettivi assegnati dai Direttori dei Servizi di appartenenza.
Art. 10
Consulta regionale dei Direttoridi Dipartimenti di
Prevenzione
In attuazione dell’art. 13,
comma 8 e 9 della Legge
Regionale 3 agosto 2006, n. 25, è disciplinata l’organizzazione e il
funzionamento della Consulta dei Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione,
quale struttura di supporto tecnico all’Assessorato alle Politiche della Salute
sui temi di prevenzione.
La consulta è composta da dodici componenti, due per ogni ASL,
ed in numero uguale tra Dirigenti Medici e Dirigenti Veterinari. I Direttori del
Dipartimento di Prevenzione di ogni ASL partecipano di diritto alla Consulta. Il
Direttore Generale della ASL, su proposta del Comitato di Dipartimento, nomina
il direttore del profilo professionale medico o veterinario diverso da quello
del Direttore del Dipartimento.
1. Funzionamento della Consulta
E’ data facoltà a ciascun componente della Consulta di delegare
per le riunioni un Dirigente Responsabile di uno delle U.O.C. del Dipartimento
stesso.
La Consulta è coordinata dal Dirigente del Servizio Assistenza
Territoriale e Prevenzione dell’Assessorato alle Politiche della Salute.
Svolge le funzioni di segretaria un funzionario amministrativo
del Servizio ATP.
Il Collegio elegge a maggioranza un vice Coordinatore, che
rimane in carica per la durata della Consulta.
La Consulta viene riunita in via ordinaria con frequenza
bimestrale o su richiesta di almeno 6 componenti del Collegio, sono possibili
riunioni straordinarie.
Le riunioni della Consulta, ordinarie e straordinarie, vengono
indette con nota scritta a firma del Coordinatore.
L’ordine del giorno per le singole riunioni è deciso dal
Coordinatore, ogni componente della Consulta ha facoltà di proporre per la
discussione uno o più argomenti.
Di ogni seduta della Consulta si redige verbale a cura della
Segreteria.
La consulta si avvale, per l’istruttoria dei temi posti in
discussione e valutazione, di gruppi tecnici i cui componenti siano
rappresentativi delle diverse professionalità presenti nei Dipartimenti. La
composizione della Consulta è rinnovata ogni tre anni.
2. Compiti e funzioni della consulta
2.1.Relativamente ai Dipartimenti di prevenzione:
a. Valutazione
dell’andamento complessivo degli interventi di prevenzione sul territorio
regionale
b. Analisi e confronto delle
varie metodologie operative dei Dipartimenti al fine del raggiungimento
dell’omogeneità degli interventi di prevenzione sul territorio regionale;
c. Valutazione dei flussi
informativi del dipartimento di prevenzione;
d. Monitoraggio dello stato di
attuazione dei programmi specifici di prevenzione regionali e nazionali;
e. Verifica dell’andamento
dei rapporti tra Dipartimenti di Prevenzione, ARPA, ISPESL, IZS e l’Osservatorio
Epidemiologico Regionale.
2.2.Formulazione di proposte all’Assessorato in ordine a:
a) programmi d’intervento di
prevenzione sulla scorta dei bisogni evidenziati nel contesto delle attività
effettuate
b) progetti formativi del
Dipartimento di Prevenzione a valenza regionale programmi di indagine e ricerche
sui bisogni di salute, correlate alle necessità dei cittadini
c) promozione di programmi di
educazione alla salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro.
Art. 11
Funzioni e Compiti delle U.O.C.
Le funzioni e compiti delle U.O.C., di cui all’art.1 comma 3,
sono quelle di cui all’Allegato 1, parte integrale e sostanziale del presente
Regolamento.
Art.12
Norma finale di salvaguardia
In prima applicazione del presente regolamento il Direttore
Generale su indicazione del Direttore Sanitario nomina i Direttori dei Servizi e
delle Strutture complesse territoriali fra i direttori dei Servizi del
Dipartimento di Prevenzione delle corrispondenti ASL.
In prima applicazione, in relazione alle esigenze del
territorio e ai fabbisogni della popolazione servita, le U.O.S. già individuate
nelle Aziende Sanitarie possono essere riconfermate previa positiva valutazione
del Direttore Generale.
FUNZIONI E COMPITI DELLE U.O.C. DEL
DIPARTIMENTO
DI PREVENZIONE
U.O.C. IGIENE E SANITA’ PUBBLICA
Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie
infettive e parassitarie (inclusi i programmi vaccinali) e controllo delle
malattie cronico-degenerative.
· Sorveglianza
epidemiologica delle malattie infettive e diffusive
· Interventi per il
controllo della diffusione di malattie infettive e diffusive
· Medicina del
viaggiatore
· Vaccinazioni
previste dal Piano Nazionale Vaccini (Accordo Stato Regioni 3 Marzo 2005) e
Regionale
· Collaborazione in
attività di sorveglianza epidemiologica delle malattie cronico degenerative
· Collaborazione in
attività di prevenzione e controllo delle malattie cronico degenerative
· Elaborazione e
partecipazione a programmi di ricerca nell’ambito della prevenzione primaria
· Attività di
informazione e formazione nell’ambito di programmi di educazione alla salute
· Predisposizione di
sistemi di risposta ad emergenze di origine infettiva
Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti
e confinati
· Prevenzione e
sicurezza nell’utilizzo dei gas tossici (detenzione ed utilizzo)
· Rilascio pareri
tecnici su regolamenti a richiesta degli enti emanatori
· Valutazione
igienico-sanitaria degli strumenti di regolazione e pianificazione urbanistica,
varianti agli strumenti urbanistici( Conferenza dei Servizi), sulle opere di
urbanizzazione e sulle lottizzazioni
· Valutazioni
preventive all’impatto sanitario di impianti comportanti rischio ambientale
· Tutela della salute
dai fattori di rischio presenti in ambiente di vita, non confinato
· Tutela della salute
nell’uso delle piscine pubbliche o di uso pubblico
· Valutazione sui
progetti di nuove piscine pubbliche o di uso pubblico
· Tutela della salute
nell’uso delle acque di balneazione
· Vigilanza sulle
industrie insalubri
· Prevenzione e
sicurezza nell’uso di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
· Tutela della salute
dai rischi per la popolazione derivanti dall’utilizzo di sostanze chimiche,
preparati ed articoli (REACH)
· Tutela della
collettività dal rischio radon
· Promozione della
sicurezza stradale
· Sistemi di risposta
ad emergenze da fenomeni naturali o provocati (climatici e nbcr)
· Verifica di
compatibilità urbanistica dei progetti di insediamenti produttivi, industriali,
artigianali e commerciali, ai fini della tutela della salute della collettività
· Valutazioni
preventive in occasione della procedura per il rilascio del titolo a costruire
· Valutazioni
preventive per autorizzazione all’esercizio di strutture sanitarie e
socio-sanitarie complesse
· Tutela della
salubrità delle civili abitazioni
· Tutela delle
condizioni igieniche degli edifici ad uso scolastico e ricreativo
· Tutela delle
condizioni igieniche delle strutture destinate ad attività sanitaria e
socio-sanitaria
· Tutela igienico
sanitaria degli stabilimenti termali
· Vigilanza sui
cosmetici
· Controllo sui
farmaci, stupefacenti, sostanze psicotrope,presidi medico chirurgici
· Eventuali
provvedimenti autorizzativi e/o pareri a tutela della collettività , valutazioni
tecniche e pareri
Valutazione medico legale degli stati di disabilità e per
finalità pubbliche
· Accertamenti e
attività certificativa medico legale nell’ambito della disabilità
· Pareri
medico-legali su richiesta di pubblica amministrazione in applicazione di norme
e regolamenti
· Partecipazione ai
collegi medici per il collocamento mirato al lavoro ed altre valutazioni medico
legali
· Attività di
medicina necroscopica, polizia mortuaria e cimiteriale
· Attività di
informazione e comunicazione ai cittadini su temi di bioetica, trapianti,
sicurezza delle prestazioni sanitarie, e altri temi di rilevante interesse
sociale
· Attività
certificative per l’idoneità all’impiego, alla guida di veicoli, conduzione di
imbarcazioni maneggio armi
· Attività
istruttoria medico-legale per richieste d’indennizzo da parte dello Stato per
danno permanente da vaccinazione o trasfusioni
· Organizzazione
dell’attività connessa al funzionamento di Commissioni per il riconoscimento
dello astato di invalidità civile, cecità, sordomutismo e legge 104/92 e della
Commissione Medica Locale ex art. 119 D.Lgvo 285/92 (Codice della Strada)
· Visite di controllo
sui lavoratori in malattia (visite fiscali) e per la verifica di gravidanza a
rischio
U.O.C. PREVENZIONE E SICUREZZA
DEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Sorveglianza, prevenzione, tutela della salute e sicurezza
sui luoghi di lavoro
· Sorveglianza
epidemiologica sulle attività lavorative del territorio per la prevenzione ed il
controllo dei rischi e danni da lavoro
· Sorveglianza
epidemiologica su infortuni e malattie professionali
· Programmi di
controllo e vigilanza nei luoghi di lavoro
· Indagini per
infortuni e malattie professionali.
· Vidimazioni
registri infortuni.
· Vigilanza sulle
industrie insalubri
· Prevenzione delle
patologie professionali e lavoro - correlate attraverso il controllo dei fattori
di rischio chimico, fisico, biologico ed ergonomico-organizzativo
· Prevenzione degli
infortuni attraverso il controllo di impianti, macchine e apparecchiature nei
luoghi di lavoro.
· Programmi per il
miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
· Valutazione e
controllo dello stato di salute dei lavoratori
· Informazione,
formazione ed assistenza dell’utenza in materia di igiene, sicurezza e salute
nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai lavoratori migranti e
stranieri.
· Controllo degli
ex-esposti a cancerogeni e a sostanza chimiche con effetti a lungo termine
· Elaborazione e
conduzione di programmi di ricerca per il miglioramento delle condizioni di
salute e di igiene e sicurezza del lavoro
· Valutazione dei
luoghi di lavoro e rilascio dei pareri per la tutela della salute di minori
· Accertamenti di
idoneità specifica alla mansione in non esposti a rischio (ex art.5 -300/70)
· Partecipazione ai
collegi medici per il collocamento mirato al lavoro ed altre valutazioni medico
legali
· Formazione rivolta
a soggetti del sistema di prevenzione delle aziende
· Formazione per
utilizzatori di prodotti fitosanitari
· Controllo e
sorveglianza sul corretto utilizzo di prodotti fitosanitari
· Elaborazione e
partecipazione a programmi di ricerca nell’ambito della prevenzione primaria per
la parte di competenza
· Attività di
informazione e formazione nell’ambito di programmi di educazione alla salute per
la parte di competenza
Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti
e confinati.
· Prevenzione e
sicurezza nell’uso di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
· Promozione della
sicurezza stradale
· Tutela dei
lavoratori dal rischio “Amianto”
· Esame e controllo
dei piani di bonifica di materiali contenenti amianto a tutela dei lavoratori e
della collettività
· Predisposizione
certificazione di restituibilità, in caso di bonifica di amianto friabile
· Vigilanza sulle
industrie insalubri
· Verifica di
compatibilità urbanistica dei progetti di insediamenti produttivi, industriali,
artigianali e commerciali, ai fini della tutela della salute e sicurezza dei
lavoratori
· Tutela della salute
dai rischi per la popolazione lavorativa derivanti dall’utilizzo di sostanze
chimiche, preparati ed articoli (REACH);
· Eventuali
provvedimenti autorizzativi e/o pareri a tutela dei lavoratori, valutazioni
tecniche e pareri;
· Valutazioni
preventive, ai fini della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro, per il rilascio di pareri su progetti di costruzione, ampliamento e
ristrutturazione, e, di pareri per l’autorizzazione all’apertura di:
· Insediamenti
produttivi di tipo industriale ed artigianale;
· Strutture
commerciali;
· Strutture
turistiche o alberghiere;
· Strutture
sanitarie, sociali e socio-sanitarie;
· Istituti di
istruzione, formazione o di educazione;
· Strutture di
interesse collettivo o comunitario;
· Strutture in genere
non specificate con presenza di lavoratori.
U.O.C. IGIENE DEGLI ALIMENTIE DELLA NUTRIZIONE
· Pareri su nuovi
impianti o ampliamenti di impianti di pubblico acquedotto, di concerto con il
SISP per gli aspetti di igiene ambientale.
· Controlli e
campionamenti, ai sensi del D.Lgs. n. 31/2001 e s.m.i., su fonti, impianti di
approvvigionamento, e reti di distribuzione di pubblici acquedotti e su fonti
private che forniscono acqua destinata al consumo umano ad uso pubblico.
· Giudizio di
idoneità delle acque destinate al consumo umano.
· Controlli su fonti
e sorgenti di acque minerali, ivi compreso l’imbottigliamento.
· Controllo e
sorveglianza su deposito, commercio, vendita ed utilizzo di fitosanitari e
coadiuvanti di fitosanitari, additivi, coloranti e altro.
· Controllo residui
di prodotti fitosanitari in alimenti.
· Pareri
autorizzativi inerenti stabilimenti di deposito, commercio e vendita di prodotti
fitosanitari e coadiuvanti di fitosanitari.
· Formazione per
utilizzatori e rivenditori di prodotti fitosanitari.
· Controllo sulla
produzione e commercio dei prodotti dietetici e degli alimenti per la prima
infanzia
· Controllo della
contaminazione ambientale sugli alimenti di competenza e bevande
· Prevenzione,
controllo e indagini in casi di Infezioni, intossicazioni e tossinfezioni
alimentari
· Gestione stati di
allerta relativi ad alimenti di competenza e bevande, destinati al consumo
umano;
· Ispettorato
micologico ( L.352 del 23.8.93 e L.R. n. 14/2006)
· Certificazione di
commestibilità su funghi destinati al commercio
· Consulenza su
richiesta di privati inerente la commestibilità dei funghi destinati al consumo
personal
· Formazione per
raccoglitori e commercianti
· Rilascio pareri
tecnici su regolamenti comunali o a enti , autorità e privati
· Sorveglianza e
controllo sulle attività degli operatori del settore alimentare in tutte le fasi
delle attività;
· Formazione e
aggiornamento del personale sanitario, tecnico e amministrativo afferente al
Servizio
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza in
materia di sicurezza alimentare) su imprese o industrie alimentari che svolgono
una qualsiasi delle attività di produzione, preparazione, trasformazione,
commercializzazione, deposito, trasporto, vendita e somministrazione di alimenti
e bevande di esclusiva competenza del SIAN;
· Controllo ufficiale
( ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza in
materia di sicurezza alimentare), organizzato in modo congiunto e coordinato con
il SIAV B,su imprese o industrie alimentari che svolgono una qualsiasi delle
attività di produzione, preparazione,trasformazione, commercializzazione,
deposito, trasporto, vendita e somministrazione di alimenti, di non esclusiva
competenza del SIAN;
· Controllo ufficiale
e registrazione inerenti attività di produzione, commercio, somministrazione di
gelati in modo congiunto e coordinato con il SIAV B;
· Controllo ufficiale
e registrazione inerenti attività di produzione, commercio, somministrazione di
prodotti dolciari e di pasticceria;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) su
ristorazione pubblica e collettiva;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) su
alimenti di competenza e bevande provenienti dall’estero, fermi restando i
compiti e le attività svolti dagli Uffici di Sanità Marittima (USMAF);
· Registrazione delle
imprese del settore alimentare, di esclusiva competenza del SIAN, in cui gli
alimenti e le bevande sono prodotti,preparati, manipolati, depositati,
commercializzati, trasportati, somministrati;
· Registrazione delle
imprese del settore alimentare, di non esclusiva competenza del SIAN, in cui gli
alimenti in genere sono prodotti, preparati, manipolati, depositati,
commercializzati, somministrati operata in modo congiunto con il SIAV B;
· Registrazione delle
imprese del settore alimentare ove gli alimenti di origine animale e loro
derivati, vengono somministrati, operata in modo congiunto con il SIAV B
· Referti, denunce,
certificazioni ed attività connesse all’emanazione di provvedimenti contingibili
ed urgenti;
· Prestazioni o
attività consequenziali al rilievo, per la qualifica di Ufficiale di Polizia
Giudiziaria, di illeciti amministrativi e penali;
· Valutazioni
preventive in occasione del rilascio del certificato di agibilità per strutture
destinate ad attività alimentari;
· Elaborazione e
partecipazione a programmi di ricerca nell’ambito della prevenzione primaria per
la parte di competenza
· Attività di
informazione e formazione nell’ambito di programmi di educazione alla salute per
la parte di competenza.
. Valutazioni
preventive, in materia di sicurezza alimentare, per il rilascio del permesso a
costruire relativo a progetti di costruzione, ampliamento, ristrutturazione,
modifica, attivazione di imprese alimentari di competenza. (3)
(3) Punto aggiunto dal Regolamento regionale del 28 agosto 2012, n. 22.
Igiene della nutrizione
· Sorveglianza
nutrizionale: Insieme di azioni coordinate e continuative nel tempo, finalizzate
alla raccolta, elaborazione e analisi mirata di dati epidemiologici (mortalità,
morbosità), consumi ed abitudini alimentari, rilievi dello stato nutrizionale e
degli stili di vita per gruppi di popolazione.
· Interventi di
prevenzione nutrizionale: campagne informative su stili alimentari e di vita
corretti, diretti alla popolazione generale con l’utilizzo di tecniche e
strumenti propri dell’informazione e dell’educazione sanitaria: attività
educative e interventi su nutrizione e attività fisica diretti a gruppi di
popolazione (genitori, insegnanti, alimentaristi, infanzia ed età evolutiva,
anziani, e altre specificità) facendo riferimento a Best Practices e modelli
attuali di promozione della salute; interventi intersettoriali che favoriscano
la sostenibilità di stili di vita salutari, da realizzarsi con la collaborazione
di enti, associazioni od altri organi di riferimento non sanitari.
· Interventi
Nutrizionali per la ristorazione collettiva: verifica e controllo sulle tabelle
dietetiche(mense scolastiche e aziendali, strutture socioassistenziali e
strutture sanitarie ecc.), , indagini sulla qualità nutrizionale dei pasti
forniti e consulenza sui capitolati per i servizi di ristorazione con l’apporto
tecnico degli altri Servizi ed Unità Operative di competenza (Servizi
Veterinari,) con particolare riferimento alla tutela dei soggetti affetti da
celiachia, favismo, ecc.
· Consulenza per
l’aggiornamento in tema nutrizionale per il personale delle strutture di
ristorazione pubbliche e private (mense scolastiche e aziendali, strutture
socioassistenziali e strutture sanitarie ecc.).
· Interventi per la
promozione della qualità nutrizionale (etichettatura nutrizionale, dieta
equilibrata, prodotti dietetici e per l’infanzia, rapporti favorevoli qualità
nutrizionale/trattamenti di conservazione e produzione, ecc.).
· Consulenza
dietetico-nutrizionale e counselling nutrizionale : screening del rischio
nutrizionale, interventi di prevenzione di gruppo per fasce di popolazione
potenzialmente a rischio
· Rapporti di
collaborazione e consulenza con strutture specialistiche, Pediatri di Libera
Scelta e Medici di Medicina Generale.
· Elaborazione di
proposte per la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario, tecnico e
amministrativo afferente all’Area Funzionale.
U.O.C. SANITA’ ANIMALE (S.I.A.V. A)
· Sorveglianza
epidemiologica delle malattie infettive e diffusive degli animali;
· Profilassi ai fini
dell’eradicazione delle malattie infettive e diffusive degli animali;
· Prevenzione e
controllo delle zoonosi;
· Controllo delle
popolazioni sinantrope e selvatiche ai fini della salute umana e dell’equilibrio
fra uomo, animale e ambiente;
· Interventi di
Polizia Veterinaria;
· Gestione delle
anagrafi animali e zootecniche per la parte di competenza;
· Sistemi di risposta
ad emergenze epidemiche delle popolazioni animali;
· Sorveglianza e
controllo sui concentramenti e spostamenti di animali, compresa l’importazione e
l’esportazione, ferme restando le competenze degli Uffici Veterinari per gli
Adempimenti Comunitari (U.V.A.C.) e dei Posti d’Ispezione Frontaliera (P.I.F.);
· Sorveglianza e
controllo sui trattamenti immunizzanti;
· Lotta al randagismo
e controllo della popolazione canina;
· Controllo episodi
di morsicature da cani;
· Educazione alla
salute per la parte di competenza;
· Sorveglianza
epidemiologica per la parte di competenza;
· Tenuta registro
tumori animali per la parte di competenza;
· Attività di
verifica dell’idoneità progettuale, strutturale e funzionale di strutture
destinate alle attività oggetto di sorveglianza o controllo del
· S.I.A.V. A;
· Referti, denunce,
certificazioni ed attività connesse all’emanazione di provvedimenti contingibili
ed urgenti;
· Prestazioni o
attività consequenziali al rilievo, per la qualifica di Ufficiale di Polizia
Giudiziaria, di illeciti amministrativi e penali;
· Formazione e
aggiornamento del personale sanitario, tecnico e amministrativo afferente al
Servizio
· Rilascio pareri
tecnici su regolamenti comunali o Enti, Autorità e privati.
U.O.C. IGIENE DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE
(S.I.A.V. B)
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza in
materia di sicurezza alimentare) su imprese o industrie alimentari che svolgono
una qualsiasi delle attività di produzione, preparazione, trasformazione,
commercializzazione, deposito, trasporto, vendita di alimenti di origine animale
e/o loro derivati di esclusiva competenza del SIAV B;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza in
materia di sicurezza alimentare), su imprese o industrie alimentari di non
esclusiva competenza SIAV B, che svolgono una qualsiasi delle attività di
produzione, preparazione, trasformazione, commercializzazione, deposito,
trasporto, vendita e somministrazione di alimenti, organizzata in modo congiunto
e coordinato con il SIAN competente per gli alimenti di origine non animale;
· Sorveglianza e
controllo sul latte e sui suoi prodotti derivati nelle fasi di produzione,
trasformazione, distribuzione e vendita;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sul miele
dalla fase di confezionamento a quella di trasformazione e/o consumo;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) sulle
uova destinate al consumo umano dopo la fase di raccolta a quella di
trasformazione e/o consumo;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) sugli
stabilimenti di depurazione, di stabulazione e sulle zone di produzione e di
allevamento di molluschi bivalvi;
· Sorveglianza e
controllo della contaminazione ambientale sugli alimenti di origine animale;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) su
ristorazione pubblica e collettiva per gli alimenti di origine animale e loro
derivati;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) su
alimenti di origine animale e loro derivati provenienti da altri Stati membri
dell’Unione Europea, fermi restando i compiti e le attività svolti dagli Uffici
Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) e dei Posti d’Ispezione
Frontaliera (PIF) per ciò che concerne gli alimenti di origine animale e loro
derivati provenienti da Paesi terzi;
· Gestione degli
stati d’allerta per gli alimenti di origine animale;
· Registrazione delle
imprese del settore alimentare, di esclusiva competenza del SIAV B, in cui gli
alimenti di origine animale e loro derivati sono ottenuti, manipolati,
depositati, trasportati e commercializzati;
· Registrazione degli
operatori del settore alimentare, di non esclusiva competenza del SIAV B, in cui
gli alimenti in genere sono ottenuti, manipolati, depositati, trasportati,
commercializzati, somministrati operata in modo congiunto con il SIAN;
· Attività relative
al riconoscimento degli stabilimenti ai sensi del Regolamento 853/04 CE e
adempimenti ai sensi del Regolamento 854/04 CE;
· Sorveglianza e
controllo sul corretto smaltimento dei sottoprodotti di origine animale e del
materiale specifico a rischio presso imprese o industrie alimentari;
· Prestazioni o
attività per macellazioni d’urgenza al di fuori degli stabilimenti;
· Prestazioni o
attività per macellazioni ad uso privato;
· Referti, denunce,
certificazioni ed attività connesse all’emanazione di provvedimenti contingibili
ed urgenti;
· Prestazioni o
attività consequenziali al rilievo, per la qualifica di Ufficiale di Polizia
Giudiziaria, di illeciti amministrativi e penali;
· Sorveglianza e
controllo sulle attività degli operatori del settore alimentare in tutte le fasi
della produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti di origine animale
finalizzati alla prevenzione della propagazione di malattie trasmissibili agli
animali e delle zoonosi;
· Rilascio pareri
tecnici su regolamenti comunali o Enti, Autorità e privati;
· Educazione alla
salute per la parte di competenza;
· Sorveglianza
epidemiologica per la parte di competenza;
· Tenuta registro
tumori animali per la parte di competenza;
· Formazione e
aggiornamento del personale sanitario, tecnico e amministrativo afferente al
Servizio
· Indagini per
infezioni, intossicazioni e tossinfezioni su matrici alimentari di competenza.
U.O.C. IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI
E DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE
(S.I.A.V. C)
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sul deposito,
vendita, distribuzione ed impiego del farmaco veterinario anche attraverso i
programmi per la ricerca dei residui di farmaco veterinario con particolare
riguardo alla repressione dei trattamenti illeciti ed impropri;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza
sull’alimentazione animale;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sulla
produzione e distribuzione dei mangimi;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sul benessere
degli animali da reddito;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sull’impiego
degli animali nella sperimentazione;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza nelle fasi di
raccolta, deposito, trasporto e smaltimento sui sottoprodotti di origine animale
e materiale specifico a rischio;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sugli
impianti di acquacoltura;
· Sorveglianza e
controllo sul latte nelle fasi di produzione e trasporto;
· Controllo ufficiale
(ispezione, verifica, audit, monitoraggio, campionamento e sorveglianza) sulla
produzione delle uova destinate al consumo umano fino alla fase di raccolta;
· Sorveglianza e
controllo della contaminazione ambientale sugli alimenti per la parte di
competenza
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sulla fauna
dei parchi naturali montani e marittimi;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sulle
concentrazioni degli animali e sui loro ricoveri, anche in ambienti rurali,
silvestri ed acquatici per la parte di competenza;
· Controllo
ufficiale, ispezione, verifica, audit, monitoraggio e sorveglianza sulla
riproduzione animale; Registrazione delle imprese zootecniche ai sensi del
Regolamento 852/04 Ce relative alla produzione primaria di competenza;
· Valutazioni e
verifiche per aziende animali, fiere e mercati, circhi, circoli ippici, impianti
di allevamento in genere compresi gli apiari, canili e pensioni diversi da
quelli previsti dalla normativa in materia di randagismo;
· Referti, denunce,
certificazioni ed attività connesse all’emanazione di provvedimenti contingibili
ed urgenti;
· Attività di
verifica dell’idoneità progettuale, strutturale e funzionale di strutture
destinate ad una qualsiasi delle attività di competenza del S.I.A.V. C;
· Prestazioni o
attività consequenziali al rilievo, per la qualifica di Ufficiale di Polizia
Giudiziaria, di illeciti amministrativi e penali;
· Sorveglianza e
controllo sulle attività degli operatori del settore di alimentare nella fase di
produzione, finalizzati alla prevenzione della propagazione di malattie
trasmissibili agli animali e delle zoonosi, per la parte di competenza;
· Educazione alla
salute per la parte di competenza;
· Sorveglianza
epidemiologica per la parte di competenza;
· Gestione stati
d’allerta alimenti per animali;
· Formazione e
aggiornamento del personale sanitario, tecnico e amministrativo afferente al
Servizio
· Rilascio pareri
tecnici su regolamenti comunali o Enti, Autorità e privati;
· Sorveglianza e
controllo sulle strutture veterinarie;
· Sorveglianza e
controllo sul benessere degli animali d’affezione nelle strutture di ricovero;
· Igiene urbana
veterinaria.
Il presente Regolamento è pubblicato sul Bollettino Ufficiale
della Regione Puglia ai sensi e per gli effetti dell’art. 53
comma 1della L.R.
12/05/2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo
osservare come Regolamento della Regione Puglia.
Dato a Bari, addì 30 giugno 2009