IL
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
Visto l’art. 121 della Costituzione, così come modificato
dalla legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce
al Presidente della Giunta Regionale l’emanazione dei regolamenti regionali;
Visto l’art.
42, comma 2, lett.c) L. R. 2 maggio 2004, n. 7 “Statuto della Regione
Puglia”;
Visto l’art.
44, comma 3, L. R. 12 maggio 2004, n.7 “Statuto
della Regione Puglia”;
Vista la Delibera di Giunta Regionale n. 2393
del 27/10/2011 di adozione del Regolamento;
EMANA
Il seguente Regolamento:
Art. 1
Il modello organizzativo del percorso del soggetto con
grave
cerebrolesione acquisita (GCA), dalla dimissione
dall'ospedale al domicilio.
In mancanza di strutture e percorsi chiaramente
definiti, la proposta di dimissione ospedaliera risulta difficilissima anche per
le implicazioni di tipo familiare. Inoltre, il postulato che più il quadro si
cronicizza meno è necessario un intervento riabilitativo, risulta inaccettabile
per i familiari che, in assenza di una prospettiva riabilitativa ed
assistenziale di qualità, avvertono la situazione del congiunto come una
condizione di abbandono terapeutico.
Se già nella fase acuta è necessario porre
attenzione immediata agli aspetti riabilitativi per ridurre al minimo la
permanenza nei reparti di terapia intensiva, in quella post ospedaliera è
fondamentale affidare l'assistenza riabilitativa ad un team di personale esperto
nel settore delle GCA, affinché sia possibile ottenere il massimo del recupero
possibile prima del passaggio alle cure domiciliari. Per questo si devono
prevedere Unità extraospedaliere dedicate all'assistenza neuro riabilitativa
delle GCA.
Tali Unità devono essere organizzate secondo un
percorso che preveda lo svezzamento graduale del soggetto colpito da GCA e che
si declina attraverso diversi livelli di assistenza riabilitativa. Come già
espresso in premessa, tali soggetti esprimono bisogni assistenziali e
riabilitativi assolutamente peculiari che richiedono quindi la definizione di un
setting assistenziale altrettanto specifico.
Il setting assistenziale da erogare è
individuato in strutture deputate alla gestione dell'intero percorso
riabilitativo dei soggetti colpiti da GCA, denominate Strutture di
Riabilitazione Extraospedaliera_ Centro Risvegli (SRE_ Centro Risvegli),
all'interno delle quali il processo assistenziale si sviluppa in livelli di
intensità di cura e riabilitazione graduali, che corrispondono in modo
sequenziale ai livelli extraospedalieri previsti nella L.R. n. 23/2008,
declinati nella modalità che segue:
1. Unità di Riabilitazione post acuta Intensiva per GCA
(URI_ GCA) in regime residenziale
2. Unità di Riabilitazione post acuta Estensiva per GCA
(URE_GCA) in regime residenziale
3. Unità di Riabilitazione Estensiva per GCA (URE_GCA) in
regime semi residenziale
4. Speciali Unità di Accoglienza Permanente per GCA
(SUAP_GCA).
L'Unità di Riabilitazione Intensiva per GCA
(URI_ GCA), effettua la presa in carico omnicomprensiva delle persone con GCA.
In essa sono disponibili tutte le risorse necessarie a trattare 24 ore su 24 in
modo definitivo tutte le lesioni, menomazioni e complicanze con focalizzazione
più specifica al recupero funzionale.
Al termine della permanenza nelle URI_GCA il
soggetto che necessita di ulteriore trattamento riabilitativo, dopo accurata
valutazione dell'equipe medica che ha gestito il caso, può accedere a strutture
di tipo estensivo. A tal fine si devono prevedere Unità di Riabilitazione
Estensiva (URE_ GCA) residenziale, per completare il percorso riabilitativo
in quei casi che hanno manifestato responsività, ma che non abbiano ancora
raggiunto gli obiettivi di autonomia previsti dal progetto individuale.
Tale trattamento di tipo estensivo può, qualora
le condizioni del paziente e della famiglia lo consentano, anche essere erogato
direttamente in regime semi residenziale o sequenzialmente rispetto al regime
residenziale.
Sia l'URI_GCA che l'URE_GCA corrispondono ad un
Livello Essenziale di Assistenza per l'erogazione di prestazioni diagnostiche,
terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale a
favore di disabili, ivi inclusi i soggetti con responsività minimale.
Nella successiva fase degli esiti è
indispensabile, altresì, prevedere sia soluzioni di assistenza intermedia in
Strutture Palliative per soggetti con esiti di GCA a basso livello
riabilitativo, denominate Speciali Unità di Accoglienza Permanente per CGA
(SUAP_CGA) che progetti di Assistenza di tipo Domiciliare Integrato.
La scelta della soluzione più adeguata, in funzione delle condizioni generali
della persona in SV ed SMC e della sua famiglia, deve essere prospettata dai
servizi e condivisa dalle famiglie e potrà mutare in relazione alla situazione
della persona in SV ed SMC e delle condizioni della sua famiglia.
Il Livello Essenziale di Assistenza delle
SUAP_GCA, per le considerazioni sviluppate in premessa, è quello previsto per
l'erogazione di prestazioni e trattamenti palliativi in un regime residenziale a
favore di malati terminali.
Il passaggio alla fase di assistenza domiciliare
integrata (ADI per soggetti con GCA) deve realizzarsi nel rispetto delle
disposizioni emanate dalla Regione Puglia con Reg.
reg. 4 novembre 2010, n. 16 e s.m.i.
Art. 2
Tipologie e strutture di assistenza extraospedaliera per
soggetti con GCA.
FASE POST-ACUZIE Le “Linee di Indirizzo per
l'assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza” del
2011 (d'ora in poi L.G.), rifacendosi alle Linee Guida Organizzative del 1998,
alla letteratura internazionale ed alla Consensus Conference nazionale sul tema,
stabiliscono che le Strutture per le GCA, devono essere in grado, tramite una
attività specificamente dedicata, di accogliere pazienti ad alta complessità e
bisognosi di continuare in questa fase un adeguato trattamento di recupero e
contenimento del danno. Queste strutture possono essere di riabilitazione
intensiva o estensiva.
Unità extraospedaliere di Riabilitazione
Intensiva per GCA (URI_GCA) Le URI_GCA devono avere il mandato di prendere in
carico direttamente pazienti provenienti dalle UO per acuti già in fase di
stabilizzazione clinica. Devono disporre di adeguate risorse strutturali e
di personale esperto, che permetta:
• di garantire una assistenza h24;
• di consentire l'accoglienza di tutte le GCA, prevedendo
unità separate per gli SV e di SMC;
• il monitoraggio delle funzioni vitali, la gestione
dell'affrancamento progressivo dalla nutrizione artificiale (laddove possibile),
la presa in carico globale del paziente con adeguati protocolli diagnostico
terapeutici (indagini neurofisiologiche e, indagini di diagnostica di
laboratorio di base), nursing intensivo, riabilitazione foniatrica, training
deglutitorio, rieducazione respiratoria, riabilitazione neuropsicologica,
riabilitazione e gestione dei disturbi comportamentali, idrochinesiterapia,
terapia occupazionale, terapia ortottica, riabilitazione urologica, assistenza
sociale per le connessioni con le strutture territoriali, etc.;
• di garantire competenze, organizzazione e spazi in
grado di agevolare il recupero della responsività attraverso una regolazione
degli stimoli;
• il recupero delle autonomie possibili per le GCA verso
evoluzioni favorevoli, mirando alla integrazione nel precedente contesto di vita
o al passaggio a strutture di accoglienza protetta (SAP), garantendo la
necessaria integrazione con i MMG e le risorse socio-sanitarie del territorio;
• di consentire ai familiari di sperimentare l'evoluzione
favorevole anche dei disturbi di coscienza più gravi.
L'intero percorso riabilitativo deve essere accompagnato da un
équipe multidisciplinare e multiprofessionale che fornisce terapie individuali e
di gruppo. Esso include un team neuropsicologico dedicato al paziente ed un team
psicologico dedicato alla famiglia e prevede incontri sistematici e programmati
tra l'équipe e il nucleo familiare.
Nell'ambito del territorio il numero delle URI _GCA deve essere
limitato in modo tale da concentrare presso le strutture un numero adeguato di
pazienti, utilizzando le risorse disponibili in misura proporzionale ai loro
costi. A tal fine le strutture devono essere organizzate in moduli di 10 posti
letto.
Tali Unità hanno come mandato quello di ricoverare pazienti in
fase precoce, riducendo i tempi di ricovero ospedaliero. Per questo, non è
opportuno che tali Strutture ricoverino pazienti in SV o SMC in fase di esiti,
salvo il perseguimento di obiettivi specifici definiti da specialisti della rete
di assistenza e cura (un esempio è la valutazione e le attività connesse alla
rimozione di una cannula, oppure una rivalutazione in ambiente specialistico in
caso di modificazioni dello stato di vigilanza/coscienza).
In questo percorso è necessario attuare una speciale
attenzione nei confronti del recupero dello stato di coscienza con un costante
monitoraggio dei pazienti ed una pari attenzione ai familiari ed al loro
percorso di elaborazione.
È fondamentale che le sedi di accoglimento territoriali siano
in collegamento funzionale con le pluri-specialità necessarie alla corretta
gestione dei pazienti.
Unità di Riabilitazione Estensiva per GCA
(URE_GCA) residenziale Le URE_GCA hanno il mandato di prendere in carico i
soggetti che necessitano di ulteriore trattamento riabilitativo seppure in forma
meno intensiva rispetto alle URI. Permangono le stesse condizioni
strutturali che caratterizzano la URI_GCA, con la sola riduzione del carico
riabilitativo. L'URE_GCA devono essere organizzate in moduli di 10 posti
letto.
Unità di Riabilitazione Estensiva per GCA
(URE_GCA) semi residenziale Tali strutture possono predisporre dei piani
individuali di riabilitazione che prevedano trattamenti estensivi da erogare in
regime semiresidenziale, che vengono valutati ed approvati dall'UVM territoriale
di competenza. A tal fine la struttura deve garantire un sistema di trasporto
protetto dei pazienti dalla struttura al proprio domicilio e
viceversa. L'URE_GCA semiresidenziale si avvale della strumentazione ad alta
valenza tecnologica già presente nella struttura e dei relativi presidi
riabilitativi. L'URE_GCA sono organizzati secondo moduli di degenza diurna
per 10 utenti.
FASE DEGLI ESITI È evidente che la fase di
passaggio ad altra struttura a minore intensità di assistenza sanitaria di
persone con disabilità gravissime (quali quelle in SV o SMC) costituisce una
fase molto delicata che necessita di indispensabili strumenti di supporto alla
persona e alla famiglia. Pertanto, in continuità con le strutture di tipo
intensivo/estensivo, si deve prevedere l'avvio dei pazienti o presso strutture
residenziali a basso livello assistenziale (UAP_GCA) ovvero al domicilio.
Speciali Unità di Accoglienza Permanente per GCA
(SUAP_CGA) Nella fase degli esiti i pazienti provenienti dalla fase di
lungodegenza piuttosto che dall'area di riabilitazione a lungo termine, qualora
non fosse possibile il rientro a domicilio, potranno accedere ad un livello
assistenziale all'interno di un nucleo dedicato all'accoglienza della persona
(SUAP, Speciali Unità di Accoglienza Permanente), che può essere mono o
polivalente, ma, comunque, dedicato alle disabilità gravi e gravissime da
patologia neurologica. Le strutture che realizzano fasi protratte di degenza
devono essere caratterizzate da una peculiare organizzazione degli spazi, delle
risorse umane, con apertura continua ai familiari e possibilità di convivenza e
da progetti espliciti di presa in carico dei familiari. Le SUAP_GCA sono
strutture residenziali che garantiscono un livello di assistenza per i soggetti
in SV e SMC equivalente a quello palliativo (Strutture palliative per soggetti
con esiti di GCA) e sono collegate strutturalmente e/o funzionalmente alle Unità
di riabilitazione Intensiva ed Estensiva. Esse devono avere aree/nuclei con
spazi specifici, in grado di favorire una risposta adeguata e personalizzata ai
bisogni di questi pazienti. Si tratta di strutture di accoglienza dove sono
accolte più persone in SV o SMC e dove associazioni di volontariato e famiglie,
preventivamente sottoposti ad adeguato training formativo, concorrono a ricreare
intorno al paziente condizioni meno formali e umanizzanti, che possano favorire
processi assistenziali di mantenimento delle condizioni ottimali di
riabilitazione conseguita. L'accesso alle SUAP_GCA può essere effettuato,
alla luce di un preciso progetto individuale, direttamente dal livello di
riabilitazione intensivo o estensivo, ovvero dal domicilio per periodi di
sollievo, nell'ambito del progetto individuale formulato dalla Unità di
Valutazione Multidimensionale (UVM) territoriale attivata nell'ASL di residenza.
Le SUAP_GCA dedicate ai soggetti in SV devono ottemperare a precisi
requisiti tecnici, strutturali e di personale. Non costituiscono criteri di
esclusione per l'accesso:
• la presenza di cannula tracheostomica;
• la nutrizione enterale;
• la comorbilità;
• la presenza di piaghe da decubito;
• la famiglia “debole” o assente.
Le SUAP sono organizzate in moduli di 15 posti
letto.
Assistenza Domiciliare La continuità tra
l'assistenza domiciliare e le altre forme di assistenza sanitaria alla persona
in stato vegetativo deve basarsi sulla consapevolezza che sono fondamentali
l'integrazione degli interventi per uno stesso paziente e il coordinamento fra
soggetti, strutture e servizi, secondo la modalità di rete e di presa in carico
globale. La centralità e l'unitarietà della persona devono rappresentare
elementi imprescindibili per l'organizzazione dell' intervento assistenziale
domiciliare. È sentita, pertanto come indifferibile l'esigenza di mettere a
punto un sistema integrato che parta dai Medici di Medicina Generale (MMG) e dai
Pediatri di Libera Scelta (PLS) che possa costituire lo snodo tra il paziente,
la famiglia e gli operatori del sistema. L'obiettivo deve essere quello di
integrare l'assistenza domiciliare nella più complessiva rete assistenziale che
garantisca, attraverso un continuo feed-back, l'attuazione per ciascun paziente
del proprio specifico percorso assistenziale ed il suo continuo aggiornamento in
relazione all'evolversi della condizione. Il rientro al proprio domicilio,
laddove possibile, deve essere incentivato in particolare per i soggetti
giovani. A fronte di tale auspicio occorre tuttavia segnalare come il carico
assistenziale (con il devastante coinvolgimento emozionale, relazionale, di
tempo e di risorse economiche) sia molto elevato come risulta dai dati
presentati nella Consensus Conference di Verona 2005 (media di 90 ore assistenza
settimanali). Prima del rientro a domicilio è, dunque, necessario che si valuti
la capacità della famiglia di poter gestire tali situazioni a domicilio, previa
attivazione di tutta la rete di supporto logistico/organizzativo
necessaria. Compiti della UVM:
• valutazione sociale e psicologica del nucleo familiare;
• valutazione del domicilio e degli adattamenti
necessari;
• definizione del programma personalizzato sociosanitario
(incluso nursing specialistico);
• definizione del programma di dimissione protetta verso
il domicilio;
• valutazione dei bisogni per nutrizione artificiale e
gestione della cannula tracheostomica;
• informazione ai familiari sui servizi territoriali
forniti con specifica “carta dei servizi”;
• valutazione dei bisogni di ausili e sussidi
indispensabili;
• identificazione del case-manager della persona in SV o
SMC;
• previsione di periodi programmati di accoglienza
temporanea presso le UAP_GCA (periodi di sollievo).
Il servizio di riabilitazione domiciliare della ASL può fornire
interventi di riabilitazione di mantenimento a giudizio del fisiatra del
servizio medesimo. È compito del Medico di medicina generale verificare
periodicamente o su chiamata eventuali necessità sanitarie intercorrenti.
Il Servizio Territoriale verifica periodicamente la situazione
psicologica e sociale della famiglia e individua eventuali necessità e
provvedimenti. Il Servizio Territoriale programma anche eventuali modifiche di
percorso della persona con SV e SMC quando necessari o consigliabili.
È inoltre opportuno che:
- i familiari abbiano punti di riferimento per
eventuali bisogni valutativi in ordine al cambio di programma (ausili,
comunicazione, interventi chirurgia funzionale etc.);
- su indicazione del Medico di medicina generale, il
Servizio Territoriale dell'ASL di residenza fornisca direttamente al domicilio
del paziente le visite specialistiche, i servizi per prelievi ematici e
controlli e, laddove possibile, i servizi di indagine clinica da effettuarsi con
apparecchiature trasportabili/mobili quali ecografie, radiografie, ECG, ecc.;
- i Servizi Territoriali delle ASL di appartenenza
regionale e i relativi distretti seguano tutte un unico “protocollo” nella
fornitura dei servizi per cui sono preposti evitando “difformità” di
comportamenti e nella fornitura di servizi;
- i Servizi Territoriali delle ASL snelliscano l'attuale
iter burocratico previsto per la categoria delle persone in SV e SMC, per
consentire una riduzione della pressione e degli oneri gravanti sulle famiglie
(esempio: evitare di sottoporre a verifica trimestrale lo stato di una persona
in SV o in SMC per confermare prescrizioni di fornitura di ossigeno, panno Ioni
e traverse, presidi di consumo...). Tale compito è delegato al Medico di
medicina generale, a cui compete, tra l'altro, la prescrizione delle forniture
dei materiali di consumo;
- è opportuno prevedere un contributo per l'abbattimento
delle barriere architettoniche ed adeguamento degli ambienti in conformità con
le indicazioni date direttamente dalla ASL di competenza.
Art. 3
Processo di presa in carico.
La proposta che viene formulata nelle L.G.
nazionali è basata su un cambiamento di prospettiva, passando dalla necessità di
regolare al meglio il flusso dei pazienti in SV e SMC nell'ambito di una più
complessiva riqualificazione dei percorsi assistenziali per pazienti con GCA,
all'indicazione di organizzare un “sistema esperto” integrato a rete di percorsi
“dal coma al domicilio”, con forte radicamento territoriale, connotato da
universalità, appropriatezza, tempestività e progressività delle cure. Un
percorso “certo” per tutti i pazienti, senza selezione a monte, e senza affidare
alle famiglie la ricerca di soluzioni estemporanee (con il grave rischio di
inappropriati flussi passivi, interregionali o all'estero.)
Il sistema dedicato, infatti, deve basarsi
sull'articolazione di vari reparti assistenziali permettendo, con una buona
tempestività e fluenza, la presa in carico del paziente dalla fase acuta,
garantendo adeguati e appropriati servizi di cura, continuità delle cure, equità
nelle condizioni di accesso e di fruizione, con dinamiche operative facilitanti
la sinergia tra le varie componenti, consentendo di utilizzare in modo idoneo le
risorse professionali dell'intero sistema.
Una persona colpita da GCA necessita di ricovero
ospedaliero per trattamenti rianimatori o neurochirurgici nella fase di
emergenza-urgenza (fase critica) e di un periodo di durata variabile da alcuni
giorni ad alcune settimane e talvolta mesi, dedicata alla gestione delle
complicanze settiche, respiratorie, internistiche, neurologiche (stato di male
epilettico), chirurgiche, neurochirurgiche, ortopediche e un intervento
riabilitativo precoce. Molti sono coloro che sopravvivono a questa fase, in
ampia misura grazie ai notevoli progressi della medicina d'urgenza e al
miglioramento della gestione assistenziale e riabilitativa. Sono, a questo
punto, successivamente necessari interventi medico-riabilitativi più specifici
di tipo intensivo, anch'essi da effettuare in regime di ricovero ospedaliero,
che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi. Superata la fase acuta
caratterizzata da interventi terapeutici e riabilitativi di tipo intensivo, la
struttura ospedaliera per acuti, che ha in carico il paziente con CGA, assicura
una Dimissione Protetta contattando direttamente l'SRE_Centro Risvegli ed
assicurando una relazione clinica dettagliata sulle condizioni del paziente e
sulle attività riabilitative erogate durante il ricovero.
L'URI_GCA che accoglie il paziente, dimesso
dalla struttura ospedaliera che ha gestito la fase acuta, provvede entro cinque
giorni dall'accettazione ad inviare un Progetto Riabilitativo ed Assistenziale
Individualizzato (PRAI) all'UVM del Distretto di residenza del paziente.
L'URI_GCA, ai fini del monitoraggio del PRAI, secondo le scadenza
successivamente specificate, invia una Relazione all'UVM sui risultati ottenuti
a carico dei pazienti rispetto agli obiettivi definiti nel progetto
riabilitativo. Nel caso di pazienti non traumatici, la relazione deve avere
cadenza trimestrale, mentre nel caso di pazienti traumatici deve essere
semestrale. Dopo la prima relazione, qualora il paziente abbia manifestato segni
di risposta al trattamento eseguito, il PRAI viene prolungato in URI_GCA per un
periodo di 12 mesi per i pazienti traumatici e di 6 mesi per i non traumatici.
Altrimenti, se il paziente non ha avuto alcuna risposta dopo i primi mesi di
trattamento riabilitativo (che, come si è innanzi specificato, sono tre per i
non traumatici e sei per i traumatici), l'equipe che lo ha gestito propone il
trasferimento ad altro livello assistenziale della SRE_Centro Risvegli ovvero al
domicilio, qualora le condizioni complessive (del paziente e familiari) lo
consentano.
Al termine del PRAI, che abitualmente non potrà
essere superiore ai 18 mesi (6+12) per i pazienti traumatici ed i 9 mesi (3+6)
per i non traumatici, l'equipe dell'URI_GCA, valutato lo stato di
stabilizzazione del soggetto in base alla sua situazione clinica ed al livello
di responsività raggiunto, stabilisce il trasferimento presso la URE_GCA o
l'ingresso del soggetto al trattamento in fase di esito.
L'URE_GCA deve comunicare all'UVM il passaggio
del soggetto dalla fase riabilitativa intensiva all'estensiva, allegando un
nuovo progetto riabilitativo individuale entro 5 giorni dall'accettazione,
specificando il regime di trattamento (residenziale o semiresidenziale) al quale
sarà sottoposto il paziente. Per la semi residenzialità sono abitualmente
previsti cicli di trattamento non superiori ai 120 gg l'anno.
L'intero percorso riabilitativo (sia intensivo
che estensivo) non deve comunque superare complessivamente i 36 mesi per i
pazienti traumatici ed i 24 per i non traumatici. Entro i due mesi precedenti
alla dimissione programmata, il Centro Risvegli allerta l'UVM per organizzare il
rientro domiciliare in condizione di rotezione. Lo stesso può avvenire, sia
direttamente dall‘URI_GCA, quando il soggetto permane in una condizione di non
responsività dopo i primi sei mesi di trattamento riabilitativo così come
precedentemente indicato, sia dall'URE dopo trattamento estensivo. L'Unità di
Valutazione Multidimensionale (medica, infermieristica, fisioterapica, sociale)
del territorio, qualora il soggetto non abbia comunque acquisito le autonomie
previste nel programma riabilitativo individuale, valutato lo stato di
stabilizzazione del soggetto in base alla sua situazione clinica e considerate
le condizioni familiari e domiciliari, stabilisce l'idoneità del trasferimento
al suo domicilio, definendo il programma di ADI, ovvero il trasferimento presso
la SUAP_GCA.
Il soggetto accolto nella SUAP_GCA, qualora ciò
sia funzionale al piano assistenziale previsto per questo livello, può
interrompere la permanenza nella struttura rientrando temporaneamente presso il
proprio domicilio. In questi casi l'equipe multidisciplinare della SRE_Centro
Risvegli invia richiesta, con allegata Proposta di Piano Assistenziale
Individualizzato, all'UVM perché attivi l'ADI. Nel Piano Assistenziale devono
essere specificati la durata della domiciliazione e la data del presunto
rientro.
All'interno dell'UVM deve essere individuato un
medico specialista in riabilitazione con specifiche competenze neurologiche o
neurologo con specifiche competenze riabilitative che deve far parte del sistema
a rete dedicato alle CGA e che veicola e garantisce la continuità delle cure
nonché rappresenta le necessità assistenziali, anche ai fini della definizione
del Piano dell'Assistenza Domiciliare Integrata.
Durante il trattamento in ADI, in caso di
aggiornamenti o di condizioni cliniche che ne giustifichino la necessità, per il
soggetto con GCA, su proposta motivata del medico specialista dell'UVM, può
essere disposto un nuovo ricovero presso una delle Unità della SRE_Centro
Risvegli.
Art. 4
Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi della
SRE_centro risvegli.
Requisiti di carattere generale e comuni La
Struttura di Riabilitazione Extra-ospedaliera_Centro Risvegli raggruppa al suo
interno le Unità Riabilitative Intensiva, Estensiva residenziale ed Estensiva
semiresidenziale e la Speciale Unità di Accoglienza Permanente. Esse condividono
i requisiti generali strutturali ed impiantistici come da Reg.
reg. n. 3/2005, sezione D. Il modello gestionale deve essere di tipo
dipartimentale per un'ottimale utilizzazione delle risorse umane individuate dai
requisiti organizzativi specifici, di seguito indicati per le diverse tipologie
assistenziali. Inoltre il collegamento funzionale deve consentire la razionale
utilizzazione dei locali, della strumentazione ad alta valenza tecnologica e dei
presidi riabilitativi presenti nella struttura, in coerenza con i piani
riabilitativi previsti per ciascuno dei livelli riabilitativi da erogare. La
localizzazione deve essere assicurata presso un edificio specificamente dedicato
in zona urbana o urbanizzata, con area verde, protetta dal rumore e con buoni
collegamenti con il contesto urbano per favorirne l'accessibilità da parte dei
familiari e dei parenti. Nella SRE_Centro Risvegli deve esser previsto un
Direttore Sanitario. Inoltre devono essere garantite consulenze professionali
nelle specialità ritenute necessarie dalla valutazione della equipe
multidisciplinare, e, comunque, per le seguenti discipline:
- Rianimatore
- Cardiologo
- Pneumologo
- Nutrizionista
- Dermatologo
- Odontoiatra.
Deve essere assicurata un servizio di guardia medica notturna e
festiva ed un'attività di assistenza sociale per l'intera struttura.
Art. 5
Unità di riabilitazione intensiva_GCA.
Requisiti strutturali Data la peculiarità dei
pazienti ospitati e dei livelli di assistenza da garantire, vengono indicati,
oltre ai requisiti generali previsti per le strutture residenziali come da Reg.
reg. n. 3/2005 sezione D.01, i seguenti:
- camere singole con letto per accompagnatore, per
ciascun modulo di 10 p.l., dotati di monitoraggio delle funzioni vitali ed
eventuale ventilazione meccanica, necessari per i pazienti di recente
trasferirti dalle terapie intensive o per possibili aggravamenti improvvisi;
- un bagno assistito;
- una sala medicazione;
- impianto gas medicali: prese vuoti o apparecchi
portatili per aspirazione endocavitaria e ossigeno.
Requisiti tecnologici Oltre ai requisiti
tecnologici generali previsti per le strutture residenziali come da Reg.
reg. n. 3/2005 sezione D.01, devono essere assunti i
seguenti:
- apparecchi per aerosolterapia
- apparecchi per saturimetria transcutanea
- bronco aspiratori e sistemi di tosse assistita
- sollevatori con diversi tipi di imbracature
- un pesapersone per disabili
- disponibilità di valutazioni neuro fisiopatologiche,
urodinamiche, monitoraggio pressorio, e.g.a
- elettrocardiografo
- elettroencefalografo
- potenziali evocati e potenziali evocati cognitivi
- elettromiografo
- monitor multiparametrico
- standing elettrico
- apparecchiatura per riabilitazione robotica arti
inferiori e superiori
- letto robotizzato riabilitativo
- cyclette ellittica da seduto
- cyclette ellittica in piedi
- cyclette arti superiori ed inferiori
- tappeto rotante
- lettino terapia
- lettino per terapia bobath
- poliercolina
- pedana podometrica computerizzata
- cicloergometro attivo/passivo
- materassi antidecubito
- armadio porta farmaci
- armadio frigorifero
- carrello dell'emergenza con defibrillatore
- sfigmomanometro
- apparecchiature automatiche per esami di laboratorio
estemporanei. Inoltre deve essere garantito un collegamento funzionale ai
servizi di telemedicina.
Requisiti organizzativi È definito il
seguente modello organizzativo per ciascun modulo che, come specificato nel
precedente articolo 2, è costituito da 10 posti letto:
• 3 medici con specializzazione (neurologo e/o fisiatra)
• 1 psicologo •
1 logopedista
• 6 fisioterapisti. Il seguente personale di assistenza
deve garantire la presenza nei turni h24:
• 7 infermieri professionali
• 12 OSS.
Art. 6
Unità di riabilitazione estensiva_GCA
residenziale.
Requisiti Strutturali e tecnologici I
Requisiti Strutturali e Tecnologici dell'URE_GCA residenziale sono gli stessi
previsti per l'URI_GCA.
Requisiti Organizzativi Il modello
organizzativo per ciascun modulo che, come specificato nel precedente articolo
2, è costituito da 10 posti letto è il seguente:
• 1 neurologo o 1 fisiatra
• 3 fisioterapisti
• 1 logopedista
• 2 infermieri professionali
• 8 OSS.
Art. 7
Unità di riabilitazione estensiva_GCA
semi-residenziale.
Requisiti Strutturali e tecnologici I
Requisiti Strutturali e Tecnologici dell'URE_GCA semiresidenziale sono gli
stessi previsti per le strutture riabilitative di cui al Reg.
reg. n. 3/2005 sezione D.01.
Requisiti Organizzativi Il modello
organizzativo, come specificato nel precedente articolo 2, per ciascun modulo di
degenza diurna di 10 utenti è il seguente:
• 1 educatore professionale
• 1 fisioterapista
• 1 logopedista
• 3 OSS.
Art. 8
Speciale unità di accoglienza permanente
per GCA (Struttura palliativa per soggetti con
GCA).
Requisiti strutturali I Requisiti Strutturali
della SUAP_GCA sono gli stessi previsti dal Reg.
reg. n. 3/2005 sezione D.01 e dal D.P.C.M. 20 gennaio 2000
“Atto di indirizzo e coordinamento recante requisiti strutturali, tecnologici ed
organizzativi minimi per i centri residenziali di cure palliative”. La
struttura deve garantire il rispetto della dignità della persona e di suoi
familiari mediante una articolazione spaziale utile a creare condizioni di vita
simili a quelle godute dal paziente presso il proprio domicilio. La qualità
degli spazi deve facilitare il benessere ambientale, la fruibilità degli
ambienti ed il benessere psicologico e dovrà garantire le seguenti aree:
a) area destinata alla residenzialità;
b) area destinata alla valutazione ed alle terapie
c) area destinata alla riabilitazione
d) area generale di supporto.
Nell'area destinata alla residenzialità le camere devono essere
singole e di dimensioni tali da permettere la permanenza notturna di un
accompagnatore o di un familiare, in analogia a quanto previsto per le strutture
di assistenza palliativa. Deve essere permessa la personalizzazione delle
stanze.
L'area destinata alla valutazione ed alle terapie deve essere
adeguata alla tipicità dei pazienti con SV e SMC.
L'area destinata alla riabilitazione deve essere attrezzata con
strumenti e macchine funzionali alle esigenze peculiari dei pazienti con SV e
SMC.
L'area generale di supporto deve prevedere servizi igienici e
spogliatoio del personale nonché spogliatoio con servizi igienici per i
familiari ed il personale volontario e locale per riunioni d'equipe. Inoltre
deve essere previsto un locale dedicato ai colloqui con la persona e i parenti e
familiari.
Deve essere individuato un locale deposito sporco/pulito ed uno
per il deposito delle attrezzature.
I pavimenti devono essere in materiali antisdrucciolo ed deve
essere garantita assenza di barriere architettoniche, applicazione di sostegni e
mancorrenti in vista alle pareti e ai servizi igienici, dotazione di sistema di
allarme nelle camere.
Requisiti tecnologici Data la peculiarità dei
pazienti ospitati e dei livelli di assistenza da garantire di tipo sanitario,
vengono assunti oltre ai requisiti generali previsti per le strutture
residenziali per disabili di cui al Reg.
reg. n. 4/2007, i seguenti:
• Arredi comprendenti letti speciali con schienali
regolabili
• Ausili e presidi includenti materassi e cuscini
antidecubito,carrozzelle, sollevatori, trasportatori, barelle-doccia, vasche da
bagno per disabili.
• Apparecchiature e macchine per la riabilitazione
funzionali alle esigenze peculiari di pazienti con SV e SMC.
Requisiti organizzativi Data la peculiarità
dei pazienti ospitati e dei livelli di assistenza da garantire di tipo
sanitario, la SUAP deve garantire la presenza di equipe multi professionali
costituite da medico, infermiere, neuropsicologo, fisioterapista, logopedista
che svolga la funzione di promuovere la personalizzazione dell'assistenza
mediante riunioni periodiche finalizzate alla definizione, alla verifica ed alla
eventuale rimodulazione del piano riabilitativo e terapeutico, nonché alla
verifica ed alla promozione dell'assistenza. Il modello organizzativo, come
specificato nel nel precedente articolo 2, per ciascun modulo di 15 p.l. è il
seguente:
• 2 fisioterapisti
• 10 OSS. L'articolazione dei turni deve garantire la
presenza di operatori socio-sanitari h 24.
Nell'organizzazione del centro deve essere previsto il
coinvolgimento delle associazioni di volontariato operanti nel settore sia nella
gestione dei pazienti che nel monitoraggio dei processi assistenziali attraverso
la implementazione di un sistema partecipato di valutazione dei servizi e delle
prestazioni.
Art. 9
Fabbisogno e localizzazione regionale delle
strutture.
Il fabbisogno regionale, nella prima fase di
attuazione del presente provvedimento, deve prevedere l'attivazione di una
struttura dotata di tutti i livelli assistenziali previsti per assicurare
l'intero percorso riabilitativo, come precedentemente descritto, e dotate di un
modulo per ciascun livello, per ciascuna macroarea in cui è ripartito l'intero
territorio regionale, come individuate dalla L.R.
n. 23/2008, e, specificamente, una per la macroarea FG e BT, una per
la macroarea BA ed una per la macroarea BR, LE e TA.
L'allocazione delle strutture può prevedere
anche la riconversione di strutture già accreditate o in esercizio nella
regione, secondo le procedure previste dall'art. 5 della L.R.
n. 8/2005 e s.m.i.
Per la scelta del soggetto da autorizzare ed
accreditare, fermo restando il rispetto di tutti i requisiti indicati nel
presente regolamento, si devono considerare i seguenti criteri:
• localizzazione in area facilmente raggiungibile
rispetto all'ambito territoriale di riferimento ed in posizione viciniore ad
ospedali dotati di rianimazione, con facile accessibilità viaria;
• eventuali processi di riconversione di strutture
accreditate o in esercizio in eccesso rispetto al fabbisogno.
Il presente Regolamento è pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ai sensi e per gli effetti
dell'art. 53
comma 1 della L.R.
12 maggio 2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”.È fatto obbligo a
chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare come Regolamento della Regione
Puglia.
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