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Codice delle Leggi
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Legge Vigente

Anno
2001
Numero
11
Data
12/04/2001
Abrogato
 
Materia
Territorio - Ambiente - Inquinamento
Titolo
Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale.
Note
Pubblicata nel B.U.R. Puglia n. 57, suppl. del 12 aprile 2001
Allegati

 



 (1)  Ai sensi dell'art. 1, comma 1, L.R. 11 agosto 2005, n. 9 nelle more della definizione e approvazione del piano energetico ambientale regionale e comunque fino e non oltre il 30 giugno 2006, sono sospese le procedure di valutazione dell'impatto ambientale delle istanze relative alla realizzazione degli impianti eolici ivi indicati, inoltrate successivamente al 31 maggio 2005. A decorrere dal 1° luglio 2007 entra in vigore, secondo quanto disposto dall'art. 2, comma 2, L.R. 14 giugno 2007, n. 17, l'operatività della delega alla provincia competente per territorio e ai comuni delle funzioni in materia di procedura di VIA e in materia di valutazione di incidenza così come disciplinate dalla presente legge.

(giurisprudenza)

Consiglio di Stato - Sez. IV, sent. n. 2874 del 07-05-2004,

Golf Salento S.a.s. c. Associazione Legambiente,

Comitato regionale pugliese Onlus e

Legambiente circolo di Lecce

 

 

TITOLO I

Disposizioni generali

Art. 1

Finalità.

1. La Regione Puglia, in attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014,relativa alla modifica della direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati e della parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), stabilisce con la presente legge le disposizioni in materia di valutazione d’impatto ambientale.(2).

2. La V.I.A. ha lo scopo di assicurare che nei processi decisionali relativi a piani, programmi di intervento e progetti di opere o di interventi, di iniziativa pubblica o privata, siano perseguiti la protezione e il miglioramento della qualità della vita umana, il mantenimento della capacità riproduttiva degli ecosistemi e delle risorse, la salvaguardia della molteplicità delle specie, l'impiego di risorse rinnovabili, l'uso razionale delle risorse.

2 bis. La Regione, nell’esercizio delle proprie funzioni e nell’ambito della programmazione territoriale, socio-economica e ambientale finalizzata al perseguimento dello sviluppo sostenibile, garantisce che le decisioni amministrative, anche quelle istruttorie o endoprocedimentali, relative ai progetti e agli interventi che soggiacciono alle disposizioni recate dalla parte II del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), siano assunte nel rispetto delle esigenze di salvaguardia e di tutela:

a) della salute umana;

b) della conservazione delle risorse;

c) del miglioramento della qualità della vita;

d) della resilienza degli ecosistemi incisi. (3)

2 ter.  La Regione, nelle decisioni medesime, garantisce, altresì, che la tutela dell’ambiente sarà oggetto di un miglioramento costante, tenuto conto delle conoscenze scientifiche e tecniche del momento. (4)

 

 

 

3. La procedura di V.I.A. garantisce l'informazione, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, la semplificazione delle procedure e la trasparenza delle decisioni.

4. Le procedure di V.I.A. individuano, descrivono e valutano l'impatto ambientale sui seguenti fattori:

a) la salute dell’uomo. (5)

b) la fauna e la flora;

c) il suolo, l'acqua, l'aria, il clima e il paesaggio;

d) il patrimonio ambientale, storico e culturale;

e) le interazioni tra i fattori precedenti.

(2)  Comma sostituito dalla l.r. 11/2021, art. 1, comma 1. Il presente comma era gia stato modificato  dall'art.2, comma 1, lettera a), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 ed era così formulato : ( 1. La presente legge disciplina le procedure di Valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) in attuazione della direttiva 85/337/CEE, modificata dalla direttiva 97/11/CE, e del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, integrato e modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 settembre 1999, nonché le procedure di valutazione di incidenza ambientale di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 così come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120 (Regolamento recante modifiche e integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche).

(3) Comma inserito dalla l.r. 67/2018, art. 57, comma 1.

(4) Comma inserito dalla l.r. 67/2018, art. 57, comma 1.

(5) Lettera sostituita dalla l.r. 67/2018, art. 57, comma 2.

 

Art. 2

Definizioni.

1. Ai fini della presente legge valgono le seguenti definizioni:

a) impatto ambientale: l'insieme degli effetti, diretti e indiretti, a breve e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli e cumulativi, positivi e negativi che piani e programmi di intervento e progetti di opere o interventi, pubblici e privati, hanno sull'ambiente inteso come insieme complesso di sistemi umani e naturali;

b) procedura di V.I.A.: l'insieme delle fasi e delle attività attraverso le quali si perviene alla valutazione dell'impatto ambientale;

c) Studio d'impatto ambientale (S.I.A.): studio tecnico-scientifico degli impatti ambientali di un progetto, di un programma d'intervento o di un piano;

d) definizione dei contenuti del S.I.A.: fase preliminare facoltativa per definire, in contraddittorio tra autorità competente e proponente, le informazioni che devono essere contenute nel S.I.A.;

e) procedura di verifica: fase procedimentale per definire se il progetto deve essere assoggettato alla procedura di V.I.A.;

f) V.I.A.: determinazione dell'autorità competente in ordine all'impatto ambientale del progetto, programma o piano proposto;

g) valutazione di incidenza ambientale: determinazione dell'autorità competente in ordine all'incidenza ambientale del progetto ricadente in zona di protezione speciale o in sito di importanza comunitaria ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

h) proponente: il committente o l'autorità titolare del progetto, programma o piano che deve essere sottoposto alla procedura di V.I.A.;

i) autorità competente: l'amministrazione che effettua la procedura di V.I.A.;

l) amministrazioni interessate: la Regione, le province e i comuni interessati, nonché gli enti organi competenti concessioni, autorizzazioni, intese, licenze, pareri, nullaosta, assensi comunque denominati, preordinati alla realizzazione del progetto proposto;

m) associazioni interessate: gli enti, le associazioni e in particolare le associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, i comitati esponenziali di categorie o interessi collettivi interessati dalla realizzazione del progetto e operanti nella Regione;

n) soggetto interessato: ogni soggetto portatore di un interesse inerente alla realizzazione del progetto;

o) ufficio competente: la struttura organizzativa istituita o designata dalla autorità competente per curare l'espletamento delle attività connesse e strumentali all'effettuazione della procedura di V.I.A.;

p) soglia dimensionale: il limite quantitativo o qualitativo oltre il quale i progetti identificati negli allegati della presente legge sono assoggettati alla procedura di V.I.A.

p bis) modifica: modifica o estensione dei progetti di cui agli allegati A e B dell’allegato III e dell’allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che può avere notevoli ripercussioni negative sull’ambiente. (6)

 (6) lettera aggiunta dalla l.r. 4/2014, art. 1.

 

Art. 3

Informazione e partecipazione.

1. La partecipazione dei cittadini alla procedura di V.I.A. è assicurata ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241. Essa è finalizzata a:

a) informare e rendere partecipi i cittadini nei confronti delle iniziative e degli interventi proposti che interessano il loro territorio e le loro condizioni di vita;

b) acquisire elementi di conoscenza e di valutazione in funzione della decisione finale;

c) mettere a punto ulteriori garanzie, misure di controllo e di mitigazione.

2. L'autorità competente, tramite l'ufficio addetto, assicura l'adeguata e tempestiva informazione e consultazione degli enti competenti, associazioni ambientaliste riconosciute ex articolo 13 della L. n. 349 del 1986 e cittadini comunque coinvolti, in merito all'intervento proposto, allo studio di impatto ambientale e ai contributi istruttori pervenuti nel corso del procedimento. (7)

3. Gli enti locali possono promuovere ulteriori iniziative rispetto a quelle avviate dall'autorità competente, se diversa, al fine di conseguire le finalità di cui al comma 1.

4. Nelle procedure di V.I.A. l'autorità competente garantisce lo scambio di informazioni e la consultazione con il proponente.

5. Copia degli studi di impatto ambientale viene depositata presso l'archivio regionale della V.I.A. e presso le sedi dei comuni e dei soggetti interessati così come individuati dall'autorità competente. Dell'avvenuto deposito viene data pubblicità mediante l'inserzione sui quotidiani, la pubblicazione sui bollettini regionali e l'affissione sugli albi pretori dei comuni interessati.

6. Chiunque può richiedere e ottenere, ai sensi della L. n. 241/1990 e dietro pagamento dei relativi diritti, il rilascio delle copie degli atti.

(7) Comma modificato dalla l.r. 4/2014, art. 2.

 

Art. 4

Ambiti di applicazione.

1. Sono assoggettati alla procedura di V.I.A. di cui all'articolo 5 i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato A, ripartito negli elenchi A1, A2 e A3.

2. Sono assoggettati alla procedura di verifica di cui all'articolo 16 i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato B, ripartito negli elenchi B1, B2 e B3.

3. Sono assoggettati altresì alla procedura di V.I.A. i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato B, ripartito negli elenchi B1, B2, B3, qualora ciò si renda necessario in esito alla procedura di verifica di cui all'articolo 16 o qualora gli interventi e le opere ricadano anche parzialmente all'interno di aree naturali protette o di siti della "rete Natura 2000" di cui alla dir. 79/409/CEE e alla dir. 92/43/CEE . (8)

4. Sono soggetti alla valutazione di incidenza ambientale, ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997, così come integrato e modificato dal D.P.R. n. 120/2003, tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, nonché i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori, che possono avere incidenze significative sul sito stesso. (9)

5. Sono assoggettati alle procedure di V.I.A. o di verifica anche i progetti di trasformazione o ampliamento dai quali derivano interventi od opere con caratteristica e dimensioni rientranti fra quelli previsti negli allegati.

6. Su richiesta del proponente possono essere sottoposti:

a) alla procedura di verifica i progetti di opere e di interventi non compresi negli allegati;

b) alla procedura di V.I.A. i progetti di opere e di interventi compresi nell'allegato B non soggetti per legge alla procedura di V.I.A.

7. A partire dall'esercizio finanziario 2001, l'autorità competente può disporre, con deliberazione motivata, di sottoporre alle procedure di verifica o di V.I.A. progetti di interventi od opere localizzati esclusivamente sul proprio territorio che, pur non compresi negli allegati, presentano, in riferimento alla tipologia, alla dimensione, alla localizzazione, alla vulnerabilità dei siti interessati e alle relative interrelazioni, rilevanti problemi di impatto ambientale. In tali casi le spese per l'effettuazione della procedura, compresa la redazione del S.I.A., sono a carico dell'autorità competente. Alla copertura degli oneri di propria competenza rivenienti dalla presente disposizione la Regione provvederà in sede di bilancio di previsione annuale.

8. Le soglie dimensionali definite ai sensi della presente legge sono ridotte del 50 per cento qualora i progetti di interventi o di opere ricadano all'interno di aree naturali protette.

8-bis. Per gli interventi di cui alla lettera B.2.g/5-bis la riduzione di cui al comma 8 si applica altresì per i progetti di interventi ricadenti anche parzialmente in:


a)  aree naturali protette e siti “rete natura 2000” (SIC e ZPS di cui alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminatura e della flora e della fauna selvatica e alla direttiva 70/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, relativa alla conservazione degli uccelli selvatici);


b) beni paesaggistici e Ulteriori contesti paesaggistici (UCP) così come definiti e previsti dal Piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR) approvato con deliberazione della Giunta regionale 21 aprile 2020, n. 574;


c)  zone agricole che gli strumenti urbanistici vigenti qualificano come di particolare pregio ovvero nelle quali sono espressamente inibiti interventi di trasformazione non direttamente connessi all’esercizio dell’attività agricola. (10)

9. Ai sensi dell'articolo 1, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 per le tipologie progettuali di cui agli allegati A e B, la relativa soglia dimensionale subisce una riduzione del 30 per cento (anche in aggiunta alla riduzione di cui al comma 8).

10. La dichiarazione di cui all'articolo 7 della L. n. 349/1986 rimane valida agli effetti della presente legge anche nell'ipotesi di intervenuta cessazione della validità della dichiarazione medesima per trascorso quinquennio, qualora non siano divenuti operativi tutti gli interventi di risanamento, di cui al piano previsto dal già citato articolo 7.

11. Alle procedure di V.I.A. va assoggettato il progetto dell'intera opera o intervento.

12. La disciplina della presente legge non si applica a:

a) i progetti di interventi di opere destinati a scopi di difesa nazionale;

b) gli interventi disposti in via d'urgenza dalle competenti autorità sia al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e del territorio da pericoli imminenti sia in seguito a calamità per le quali sia stato dichiarato lo stato d'emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e della legge regionale 26 aprile 1998, n. 14;

c) i progetti di manutenzione ordinaria.

c bis) * gli interventi di messa in sicurezza, di protezione delle superfici esposte tali da non comportare modifiche delle coste e i ripascimenti non strutturali e a carattere manutentivo di spiagge; gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, messa in sicurezza e adeguamento di strade esistenti; gli interventi riguardanti canali deviatori privi di regime idraulico permanente e opere di mitigazione del rischio idraulico con tempi di ritorno superiori a trent’anni. (11).

13. La Giunta regionale, su proposta dell'autorità competente, può, in caso eccezionali, esentare in tutto o in parte un progetto dalle disposizioni della presente legge ai sensi e per gli effetti dell'articolo, 2, comma 3, della direttiva CEE del 21 giugno 1985 n. 337. L'efficacia dell'esenzione é subordinata alla decisione favorevole della Commissione europea.

14. Ai sensi dell'articolo 1, commi 10 e 11, del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996; non sono oggetto della disciplina della presente legge i progetti di opere e di interventi, nonché i progetti che costituiscono loro modifica, che siano sottoposti alle procedure di V.I.A. nell'ambito della competenza del Ministero dell'ambiente ai sensi dell'articolo 6 della L. n. 349/1986.

(8)  Comma così modificato dall'art. 2, comma 1, lettera b), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(9)  Comma così sostituito dall'art.2, comma 1, lettera b), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «4. I progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato B, ripartito negli elenchi B1, B2 e B3, non sottoposti a procedura di V.I.A., se ricadenti in zone di protezione speciale o in siti di importanza comunitaria di cui alla direttiva 79/409/CEE e alla direttiva 92/43/CEE, sono soggetti alla valutazione di incidenza ambientale ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997.».

(10) Comma sostituito dalla l.r. 11/2021, art. 2, comma 1. Il presente comma era stato  aggiunto dall'art.1, comma 1,lettera b), LR 18 ottobre 2010, n. 13, ed era così formulato

8-bis. Per gli interventi di cui alla lettera B.2.g/5-bis la riduzione di cui al comma 8 si applica altresì per progetti di interventi ricadenti anche parzialmente in:

- aree naturali protette e siti “rete natura 2000” (Sic e ZPS di cui alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e alla direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, relativa alla conservazione degli uccelli selvatici); - beni paesaggistici di cui all'articolo 134, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) e successive modifiche e integrazioni; - ambiti territoriali estesi (ATE) A, B e C del Piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio (PUTT/P) approvato con Delib.G.R. 15 dicembre 2000, n. 1748; - zone agricole che gli strumenti urbanistici vigenti qualificano come di particolare pregio ovvero nelle quali sono espressamente inibiti interventi di trasformazione non direttamente connessi all'esercizio dell'attività agricola.

(11) Lettera aggiunta dalla l.r. 11/2021, art.3, comma 1.

* Rettifica BUR n. 76 del  10/06/2021

TITOLO II

Procedure di V.I.A. per progetti di interventi di opere

Art. 5

Procedure di V.I.A.

1. Le procedure di V.I.A. hanno lo scopo di prevedere e stimare l'impatto ambientale dell'opera o intervento, di identificare e valutare le possibili alternative, compresa la non realizzazione dell'opera o intervento, di indicare le misure per minimizzare o eliminare gli impatti negativi.

2. Per gli interventi identificati nell'allegato A, le procedure di V.I.A. comprendono:

a) lo svolgimento facoltativo della fase preliminare di definizione dei contenuti del S.I.A. di cui all'articolo 9;

b) l'elaborazione, a cura del proponente dello studio di impatto ambientale (S.I.A.) di cui all'articolo 8;

c) l'attivazione delle procedure per l'informazione e la consultazione delle amministrazioni, delle associazioni e dei soggetti interessati, di cui agli articoli 11 e 12;

d) l'effettuazione della istruttoria tecnica sull'impatto ambientale del progetto di intervento od opera di cui all'articolo 10;

e) la formulazione della determinazione dell'autorità competente in merito alla V.I.A. di cui all'articolo 13;

f) l'attivazione del monitoraggio sulla realizzazione dell'opera o intervento di cui all'articolo 18.

3. Per gli interventi identificati nell'allegato B, le procedure di V.I.A. comprendono l'effettuazione preliminare della procedura di verifica di cui all'articolo 16, salvo quanto disposto dall'articolo 4, comma 3.

 

Art. 5 bis (12)

Coordinamento dei procedimenti amministrativi

1. Per tutte le opere e gli interventi da sottoporre alle procedure previste dall’articolo 5, l’autorità competente per la procedura di VIA provvede al coordinamento dei procedimenti amministrativi e all’acquisizione unitaria degli atti autorizzativi necessari per la realizzazione del progetto, ai sensi di quanto stabilito dagli articoli 13, 14 e 15.

(12) Articolo inserito dalla l.r. 4/2014, art.3.

Art. 6

Autorità competenti.

1. La Regione è competente per le procedure di VIA relative ai:

a) progetti identificati negli elenchi A.1 e B. 1;

b) progetti identificati negli elenchi A. 2 e B. 2 la cui localizzazione interessa il territorio di due o più province . (13)

1-bis. La Regione è competente per le procedure di valutazione di incidenza per:

a) i piani territoriali, urbanistici, di settore e loro varianti, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori;

b) gli interventi di cui al comma 4 dell'articolo 4, non compresi negli allegati A1 e B1 e negli allegati A2 e B2 la cui localizzazione interessa il territorio di due o più province. (14)

2. La Provincia è competente per le procedure di V.I.A. e di valutazione di incidenza ambientale relative ai:

a) progetti identificati negli elenchi A2 e B2;

b) progetti elencati negli elenchi A3 e B3 la cui localizzazione interessa il territorio di due o più comuni ovvero che ricada all'interno di aree naturali protette e di siti di cui al comma 4 dell'articolo 4; (15)

b-bis) gli interventi di cui al comma 4 dell'articolo 4, non compresi negli allegati A1 e B1 e negli allegati A2 e B2 . (16) 

3. Il Comune è competente per le procedure di V.I.A. relative ai progetti elencati negli allegati A3 e B3 che ricadano interamente nell'ambito del territorio del Comune (17). I Comuni sono altresì competenti per le procedure di valutazione di incidenza previste dal Reg. 28 settembre 2005, n. 24, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia 4 ottobre 2005, n. 124 (Misure di conservazione relative a specie prioritarie di importanza comunitaria e uccelli selvatici nidificanti nei centri edificati ricadenti in proposti siti di importanza comunitaria - pSIC - e in zone di protezione speciale - ZPS. (18)

4. Le procedure di VIA e di verifica di assoggettabilità a VIA e di valutazione di incidenza ambientale relative a tutte le tipologie progettuali e di pianificazione elencate nei commi precedenti, qualora ricadano, anche parzialmente, all'interno di aree naturali protette, nazionali e regionali, sono espletate sentiti gli enti parco competenti . (19) 

4-bis. Le procedure di VIA e di verifica di assoggettabilità a VIA e di valutazione di incidenza ambientale relative alle tipologie progettuali e di pianificazione elencate nei commi precedenti e assoggettate ad approvazione da parte dell'Autorità di bacino regionale di cui alla legge regionale 9 dicembre 2002, n. 19 (Istituzione dell'Autorità di bacino della Puglia), sono espletate sentita l'Autorità di bacino stessa . (20) 

5. Le Amministrazioni espletano le procedure tramite un Ufficio competente, appositamente designato o istituito. I comuni, tramite appositi accordi o convenzioni possono istituire un ufficio competente intercomunale ovvero avvalersi dell'ufficio competente della Provincia.

6. L'autorità competente per l'esame e l'istruttoria tecnica dei progetti sottoposti alle procedure di V.I.A. può avvalersi, tramite convenzione onerosa, delle strutture dell'Agenzia regionale protezione ambiente (A.R.P.A.) della Puglia. L'ammontare dei compensi dovuti all'A.R.P.A. è definito dalla Giunta regionale in misura forfetaria con riferimento alle diverse tipologie di interventi e opere.

(13)  Gli attuali commi 1 e 1-bis così sostituiscono l'originario comma 1 per effetto dell'art. 2, comma 1, lettera c), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 (come sostituito, detto n. 1), con avviso di errata corrige pubblicato nel B.U. 2 agosto 2007, n. 111). Il testo originario del comma sostituito era così formulato: «1. La Regione è competente per le procedure di V.I.A. e di valutazione di incidenza ambientale relative ai: a) progetti identificati negli elenchi A.1 e B.1; b) progetti identificati negli elenchi A.2 e B.2 la cui localizzazione interessa il territorio di due o più province.».

(14)  Gli attuali commi 1 e 1-bis così sostituiscono l'originario comma 1 per effetto dell'art. 2, comma 1, lettera c), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 (come sostituito, detto n. 1), con avviso di errata corrige pubblicato nel B.U. 2 agosto 2007, n. 111). Il testo originario del comma sostituito era così formulato: «1. La Regione è competente per le procedure di V.I.A. e di valutazione di incidenza ambientale relative ai: a) progetti identificati negli elenchi A.1 e B.1; b) progetti identificati negli elenchi A.2 e B.2 la cui localizzazione interessa il territorio di due o più province.».

(15)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(16)  Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(17)  Periodo così modificato dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 3), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(18)  Periodo aggiunto dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 3), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(19)  Comma così sostituito dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 4), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «4. Sono di competenza degli Enti Parco regionali di cui alla legge regionale 24 luglio 1997, n. 9 le procedure di V.I.A. di valutazione e di incidenza ambientale relative a tutte le tipologie progettuali elencate nei commi precedenti, qualora ricadano, anche parzialmente, all'interno dei parchi medesimi.».

(20)  Comma aggiunto dall'art. 2, comma 1, lettera c), n. 5), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

 

Art. 7  (21)

Direttive 

 

1. Le modalità e i criteri di attuazione delle procedure sono stabiliti dalla Giunta regionale con direttive vincolanti, pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione. Le direttive specificano, in particolare, per tipologia di interventi od opere, i contenuti e le metodologie per la predisposizione:

a) degli elaborati relativi alla procedura di verifica;

b) del S.I.A. di cui all'articolo 8.

2. La Giunta regionale, inoltre, definisce modelli procedimentali diretti alla regolamentazione della adozione tempestiva e coordinata da parte delle Amministrazioni competenti di tutti gli atti e provvedimenti di intesa, di autorizzazione, di approvazione e di consenso necessari.

2-bis. Per quanto concerne la procedura di valutazione di incidenza di cui all'articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997 e sue modifiche e integrazioni, per gli interventi che possano avere incidenza significativa sui siti della "rete Natura 2000" di cui alla direttiva n. 79/409/CEE e alla direttiva n. 92/43/CEE, si osservano le procedure di cui all'«Atto di indirizzo e coordinamento per l'espletamento della procedura di valutazione di incidenza, ai sensi dell'articolo 6 della direttiva 92/43/CEE e dell'articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997 così come modificato e integrato dall'articolo 6 del D.P.R. n. 120/2003» approvato con Delib.G.R. 14 marzo 2006, n. 304 e sue modifiche e integrazioni . (22)

(21)  Con D.G.R. n. 131-2004 (allegata) sono state approvate le direttive in ordine a linee-guida per la valutazione ambientale in relazione alla realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia. Vedi altresì, dapprima il Reg. 23 giugno 2006, n. 9 e poi il Reg. 4 ottobre 2006, n. 16 (il cui art. 15 ha abrogato il precedente), emanati ai sensi del presente articolo, con cui sono state dettate direttive per la valutazione ambientale nell'ambito della procedura per il rilascio delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente per l'installazione di impianti eolici e delle opere accessorie nel territorio della Regione Puglia.

(22)  Comma aggiunto dall'art. 2, comma 1, lettera d), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

 

Art. 8

S.I.A. relativo ai progetti.

1. I progetti assoggettati alla V.I.A. sono corredati di un S.I.A., presentato su supporto cartaceo e su supporto informatico, che contiene gli elementi e le informazioni indicate in conformità alle direttive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b).

2. Fino all'emanazione delle direttive, il S.I.A. relativo ai progetti di opere e interventi deve avere i seguenti contenuti:

a) la descrizione delle condizioni iniziali dell'ambiente fisico, biologico e antropico;

b) la descrizione del progetto delle opere o degli interventi proposti con l'indicazione della natura e delle quantità dei materiali impiegati, delle modalità e tempi di attuazione, ivi comprese la descrizione delle caratteristiche fisiche dell'insieme del progetto, delle sue interazioni con il sottosuolo e delle esigenze di utilizzazione del suolo, durante le fasi di costruzione e di funzionamento a opere o interventi ultimati, nonché la descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi;

c) una valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni, ecc.) risultanti dall'attività del progetto proposto;

d) la descrizione delle tecniche prescelte per prevenire le emissioni degli impianti e per ridurre l'utilizzo delle risorse naturali, confrontandole con le migliori tecniche disponibili;

e) l'esposizione dei motivi della scelta compiuta illustrando soluzioni alternative possibili di localizzazione e di intervento, compresa quella di non realizzare l'opera o l'intervento;

f) i risultati dell'analisi economica di costi e benefìci;

g) l'illustrazione della conformità delle opere e degli interventi proposti alle norme in materia ambientale e gli strumenti di programmazione e di pianificazione paesistica e urbanistica vigenti;

h) l'analisi della qualità ambientale, con particolare riferimento ai seguenti fattori: l'uomo, la fauna e la flora, il suolo, l'acqua, l'aria, il clima e il paesaggio, le condizioni socio-economiche, il sistema insediativo, il patrimonio storico, culturale e ambientale e i beni materiali, le interazioni tra i fattori precedenti;

i) la descrizione e la valutazione degli impatti ambientali significativi positivi e negativi nelle fasi di attuazione, di gestione, di eventuale dismissione delle opere e degli interventi, valutati anche nel caso di possibili incidenti, in relazione alla utilizzazione delle risorse naturali, alla emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive, di rumore, di vibrazioni, di radiazioni, e con particolare riferimento allo smaltimento dei rifiuti e alla discarica di materiale residuante dalla realizzazione e dalla manutenzione delle opere infrastrutturali;

j) la descrizione e la valutazione delle misure previste per ridurre, compensare o eliminare gli impatti ambientali negativi nonché delle misure di monitoraggio;

k) una sintesi in linguaggio non tecnico dei punti precedenti;

l) un sommario contenente la descrizione dei metodi di previsione utilizzati per valutare gli impatti ambientali, nonché delle eventuali difficoltà (lacune tecniche o mancanza di conoscenze) incontrate dal proponente nella raccolta dei dati richiesti.

3. Il S.I.A. è predisposto a cura e spese del proponente, il quale ha diritto di accesso alle informazioni e ai dati disponibili presso gli uffici delle amministrazioni pubbliche.

4. Il proponente può richiedere la presenza dei tecnici dell'autorità competente a sopralluoghi o ad attività di campionamento e analisi di difficile ripetizione, finalizzati alla redazione del S.I.A.

 

Art. 9

Definizione concordata dei contenuti del S.I.A.

1. È facoltà del proponente richiedere all'autorità competente l'effettuazione di una fase preliminare volta alla definizione concordata dei contenuti del S.I.A. e della documentazione e degli elaborati nonché alla individuazione delle amministrazioni pubbliche interessate.

2. Il proponente, a tal fine, presenta all'autorità competente una relazione nella quale, sulla base della preventiva individuazione degli impatti ambientali possibili, definisce in linea di massima il contenuto e il piano di lavoro per la redazione del S.I.A.

3. Le attività volte alla puntuale definizione dei contenuti del S.I.A. avvengono in contraddittorio con il proponente e con le amministrazioni locali interessate.

4. L'autorità competente fornisce il proprio parere entro sessanta giorni dalla data di presentazione della relazione, sentite le amministrazioni locali interessate.

5. Il parere concordato è vincolante per il proponente.

6. Nel caso in cui il proponente non dia seguito alla procedura, con la presentazione all'autorità competente della documentazione di cui all'articolo 11 entro i successivi sei mesi il procedimento si estingue. È facoltà del proponente iniziare ex novo la procedura.

7. Per ragioni di segreto industriale o commerciale il proponente può richiedere, fornendo adeguata motivazione, che non sia reso pubblico in tutto o in parte il progetto e il relativo S.I.A., limitatamente alla descrizione dei processi produttivi. In tal caso il proponente allega una specifica illustrazione delle caratteristiche dell'opera o dell'intervento, destinata a essere resa pubblica. Il personale dell'ufficio competente ha accesso alle informazioni in merito ai progetti di interventi o di opere soggetti alle procedure di V.I.A., anche se sottoposte a segreto industriale o commerciale, con l'obbligo di rispettare le disposizioni che tutelano la segretezza delle predette informazioni.

 

Art. 10

Presentazione del S.I.A.

1. Il proponente di progetto assoggettato a procedura di V.I.A. ai sensi dell'articolo 4 ovvero per effetto della procedura di verifica di cui all'articolo 16 presenta all'autorità competente una domanda contenente il progetto definitivo e il S.I.A. predisposto in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 8 e agli eventuali esiti della fase di definizione dei contenuti del S.I.A. di cui all'articolo 9.

1-bis. Nel caso in cui il progetto assoggettato alla presente legge rientri nelle attività di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 447 (Regolamento recante norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l'ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l'esecuzione di opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree destinate agli insediamenti produttivi, a norma dell'articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59), la procedura di valutazione ambientale può essere attivata direttamente dal competente sportello unico per le attività produttive, fermo restando in capo ai soggetti interessati gli oneri relativi alla procedura, così come definiti ai sensi dell'articolo 30 . (23) 

2. La domanda elenca le amministrazioni interessate ed è corredata della documentazione e degli elaborati progettuali richiesti dalla normativa vigente per il rilascio di intese, concessioni, autorizzazioni, pareri, nullaosta, assensi comunque denominati, necessari per la realizzazione dell'opera o dell'intervento.

3. L'ufficio competente, entro quindici giorni dal ricevimento della domanda si esprime in merito alla individuazione delle amministrazioni interessate, accerta la completezza del S.I.A., della documentazione e degli elaborati di cui al comma 2 e può richiedere per una sola volta le integrazioni necessarie, assegnando un termine non superiore a venti giorni.

4. Nei quindici giorni di cui al comma 3 è facoltà del proponente presentare integrazioni di propria iniziativa.

(23)  Comma aggiunto dall'art. 2, comma 1, lettera e), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

 

Art. 11

Deposito e pubblicizzazione del S.I.A.

1. Trascorso il termine dei quindici giorni di cui all'articolo 10, comma 3, ovvero quello assegnato per la documentazione integrativa, il proponente provvede al deposito del progetto definitivo e del S.I.A. presso gli uffici competenti della Regione della Provincia e dei comuni interessati.

2. Il proponente provvede a far pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione, nonché su un quotidiano nazionale e su un quotidiano locale diffuso nel territorio interessato, l'annuncio dell'avvenuto deposito, nel quale sono specificati il proponente, l'oggetto, la localizzazione e una sommaria descrizione dell'opera o dell'intervento, nonché l'indicazione dei termini e dei luoghi di depositi.

3. Il proponente, inoltre, invia il progetto e il S.I.A., corredato della eventuale documentazione integrativa di cui all'articolo 10, comma 3, agli enti di gestione qualora il progetto interessi il territorio di aree naturali protette, all'Autorità di bacino qualora il progetto riguardi interventi assoggettati ad approvazione della stessa Autorità, nonché alle altre amministrazioni interessate . (24)

4. Il parere previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 (Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'articolo 40, comma 1, della legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale), deve essere reso dagli enti interessati all'autorità competente della procedura di VIA entro sessanta giorni dalla data del deposito del progetto definitivo e del SIA presso i rispettivi uffici. In caso di mancata espressione del predetto parere, l'autorità competente procede nello svolgimento della procedura fino al relativo completamento. (25)

(24)  Comma così modificato dall'art. 2, comma 1, lettera f), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(25)  Comma così sostituito dall'art. 2, comma 1, lettera f), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «4. Le province, i comuni e gli enti di gestione delle aree protette devono esprimere il parere previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 entro sessanta giorni dalla data di trasmissione.».

 

Art. 12

Partecipazione.

1. Entro il termine di trenta giorni dalla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione chiunque può prendere visione degli elaborati depositati e presentare, in forma scritta, osservazioni all'autorità competente tendenti a fornire elementi conoscitivi e valutativi sui possibili effetti dell'intervento.

2. L'autorità competente può rigettare le osservazioni per manifesta infondatezza tenuto conto delle caratteristiche del progetto e della sua localizzazione, dandone risposta scritta a coloro i quali le hanno avanzate. In caso di osservazioni sottoscritte da più persone, la risposta viene fornita solo al primo firmatario.

3. Entro i successivi dieci giorni le osservazioni presentate, escluse quelle di cui al comma 2, sono comunicate al proponente, il quale ha facoltà di presentare le proprie controdeduzioni entro venti giorni.

4. A partire dall'esercizio finanziario 2001, avvenuti il deposito e la trasmissione di cui all'articolo 11, commi 1 e 3, l'autorità competente può promuovere una istruttoria pubblica con le amministrazioni, le associazioni e i soggetti interessati per fornire una completa informazione sul progetto e sul S.I.A. e per acquisire elementi di conoscenza e di giudizio in funzione della V.I.A. Alla istruttoria è data adeguata pubblicità e deve essere invitato il proponente. Qualora l'istruttoria pubblica non abbia luogo, l'autorità competente promuove il contraddittorio tra il proponente e coloro che hanno presentato pareri e osservazioni. La procedura del presente comma deve svolgersi e concludersi entro trenta giorni dal termine di cui al comma 3. Alla copertura degli oneri di propria competenza rivenienti dalla presente disposizione la Regione provvederà in sede di bilancio di previsione annuale.

5. L'ufficio competente entro quindici giorni comunica gli esiti dell'istruttoria pubblica ovvero del contraddittorio alle amministrazioni interessate nonché al proponente, il quale entro i successivi quindici giorni può fornire le proprie controdeduzioni.

6. Qualora il proponente intenda, prima della conclusione delle procedure di V.I.A., uniformare, in tutto o in parte, il progetto di intervento o di opera ai pareri, osservazioni o contributi espressi ai sensi dei precedenti commi, ne fa richiesta all'autorità competente. La richiesta interrompe il termine della procedura che ricomincia a decorrere con il deposito, di cui all'articolo 11, comma 1, del progetto modificato.

7. Sul SIA degli interventi di cui all’Allegato A - Sezione A.1 si esprime in via obbligatoria ma non vincolante il Comitato per la VIA di cui all’articolo 28. Il relativo parere viene presentato dall’ufficio competente nell’ambito della Conferenza di servizi di cui all’articolo 15, con le modalità ivi previste(26).

[8. Scaduti tutti i termini, l'ufficio competente predispone entro i successivi quindici giorni un rapporto sull'impatto ambientale dell'intervento.] (27)  

(26)  Comma sostituito dall'art. 2, comma 1, lettera g), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 e modificato dalla l.r. 4/2014, art. 4, lettera a). Il testo originario era così formulato: «7. Su iniziativa dell'Assessore regionale all'ambiente o di altra autorità competente sul S.I.A. si esprime il Comitato per la V.I.A. di cui all'articolo 28.».

(27) Comma abrogato dalla l.r. 4/2014, art. 4, lettera b).

 

Art. 13

Valutazione di impatto ambientale. (28)

 

1. L’autorità competente conclude la procedura di VIA o di verifica con provvedimento motivato ed espresso, sulla base degli esiti della Conferenza di servizi di cui all’articolo 15, esprimendosi contestualmente sulle osservazioni, i contributi e le controdeduzioni, entro novanta giorni dalla data di scadenza dei termini di cui ai commi 3 o 5 dell’articolo 12. Nell’ambito del procedimento di verifica, tutti i pareri sono espressi sulla base della documentazione conferente al livello di progettazione prescritto dalla legge.

2. Il provvedimento di VIA evidenzia in modo specifico le intese, concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla-osta, assensi comunque denominati compresi e sostituiti ai sensi dell’articolo 14.

3. Il provvedimento dell’autorità competente è notificato al proponente e comunicato alle amministrazioni interessate ed è pubblicato per estratto sul Bollettino Ufficiale della Regione. Un estratto di tale provvedimento è pubblicato, a cura del proponente, su un quotidiano locale a diffusione regionale.

4. Le autorità competenti informano annualmente il Ministro dell’ambiente circa i provvedimenti adottati e le procedure di VIA in corso.

(28) Articolo sostituito dalla l.r. 4/2014, art. 5. Il testo originario era così formulato:"1. Conclusi gli adempimenti prescritti nei precedenti articoli e comunque non oltre novanta giorni dalla scadenza del termine per l'espressione dei pareri della Provincia, dei comuni e degli enti di gestione di cui all'articolo 11, comma 4, l'autorità competente delibera la V.I.A. esprimendosi contestualmente sulle osservazioni presentate. L'autorità competente delibera la V.I.A. anche in assenza dei predetti pareri. 2. In materia di lavori pubblici la V.I.A. è resa nei termini previsti dall'articolo 7, comma 5, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni e integrazioni. 3. La deliberazione dell'autorità competente è notificata al proponente e comunicata alle amministrazioni interessate ed è pubblicata per estratto sul Bollettino ufficiale della Regione. Un estratto di tale deliberazione è pubblicato, a cura del proponente, su un quotidiano nazionale e su un quotidiano locale diffuso nel territorio interessato. 4. Le autorità competenti informano annualmente il Ministro dell'ambiente circa i provvedimenti adottati e le procedure di V.I.A. in corso. "

 

 

 Art. 14
Effetti del provvedimento di valutazione di impatto ambientale (29)

1. Salvo che per i titoli abilitativi edilizi, il provvedimento positivo di VIA, adottato ai sensi della presente legge, sostituisce o coordina tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla-osta e assensi comunque denominati in materia ambientale e paesaggistica, necessari per la realizzazione e l’esercizio dell’opera o dell’impianto. Esso sostituisce, in particolare:

a. la Valutazione di incidenza di cui alla direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1989, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) e successive modifiche e integrazioni;
b. l’AIA a norma di quanto previsto dall’articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale);
c) l’autorizzazione paesaggistica e i provvedimenti autorizzatori, comunque denominati, previsti dal capo IV del titolo I della parte III e dal capo II del titolo I della parte IV del d.lgs. 42/2004 nonché dalla pianificazione paesaggistica; a tal fine, il SIA e gli elaborati progettuali contengono anche le relative relazioni paesaggistiche prescritte dall’articolo 146 del d.lgs 42/2004 e dal vigente Piano paesaggistico. (30)

2. Il provvedimento positivo di VIA obbliga il proponente a conformare il progetto alle eventuali prescrizioni in esso contenute per la realizzazione, l’esercizio, la dismissione, per gli eventuali malfunzionamenti, nonché per il monitoraggio nel tempo dell’impianto, opera o intervento. Le stesse prescrizioni sono vincolanti per le amministrazioni competenti al rilascio di intese, concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla-osta, assensi comunque denominati, necessari per la realizzazione del progetto in base alla vigente normativa.

3. Il provvedimento negativo di VIA preclude la realizzazione del progetto.

4. In conformità all’articolo 26, commi 5 e 6, del d.lgs. 152/2006 in nessun caso può farsi luogo all’inizio dei lavori senza che sia intervenuto il provvedimento di VIA e i progetti sottoposti a VIA devono essere realizzati entro cinque anni dalla data di pubblicazione del provvedimento di VIA. Tenuto conto delle caratteristiche del progetto, il provvedimento può stabilire un periodo più lungo. Trascorso detto periodo, la procedura di VIA deve essere reiterata, salvo che non sia concessa proroga dall’autorità amministrativa che ha emanato il provvedimento, nei termini di cui al comma 5.

5. L’autorità competente, a richiesta del proponente inoltrata prima della scadenza del termine previsto, può prorogare il predetto termine permotivate ragioni, per un periodo non superiore a quello inizialmente stabilito purché nel frattempo non siano intervenute modificazioni normative, o sullo stato dei luoghi, incompatibili con il provvedimento originario di cui si chiede l’estensione di validità temporale. (31)

6. In caso di proroga, il procedimento deve essere concluso entro e non oltre trenta giorni dalla data di ricezione dell’istanza.

7. Le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla-osta e assensi comunque denominati, di cui alle lettere a), b) e c) del comma 1[, compreso il parere paesaggistico di cui all’articolo 5.03 delle NTA del PUTT/P e la deroga di cui all’articolo 5.07 delle medesime NTA,] sono rilasciati dall’ufficio competente nell’ambito della Conferenza di servizi di cui all’articolo 15, prevalendo su ogni diversa disciplina regionale di qualsiasi rango sulla competenza. (32)

(29) Articolo sostituito dalla l.r. 4/2014, art. 6. Il testo originario era così formulato:"Art. 14 Legge 24 novembre 2000, n. 340.      1. Qualora per la realizzazione dell'intervento si attivi la Conferenza di servizi, alla procedura di V.I.A. si applicano le norme contenute al Capo Il della legge 24 novembre 2000, n. 340. "

(30) Lettera sostituita dalla l.r. n. 28/2016, art. 5, lett.a). Il testo originario era così formulato:"c. l’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2006, n. 137), l’autorizzazione paesaggistica di cui all’articolo 5.01, il parere paesaggistico di cui all’articolo 5.03, l’attestazione di compatibilità paesaggistica di cui all’articolo 5.04 e la deroga di cui all’articolo 5.07 delle norme tecniche di attuazione del PUTT/P approvato con deliberazione della Giunta regionale 15 dicembre 2000, n. 1748, nonché i provvedimenti autorizzatori, comunque denominati, previsti dalla pianificazione paesaggistica di cui all’articolo 143 del d.lgs. 42/2004; a tal fine, il SIA e gli elaborati progettuali contengono anche le relative relazioni paesaggistiche di cui all’articolo 146 del d.lgs. 42/2004, lo studio di impatto paesaggistico-ambientale di cui all’articolo 4.02 delle NTA del PUTT/P, nonché gli elaborati di cui all’allegato A1 delle NTA del PUTT/P per i progetti sottoposti ad autorizzazione paesaggistica, redatti secondo le indicazioni di cui alle vigenti disposizioni."

(31) Comma sostituito dalla l.r. n. 14/2021, art. 1, comma 1.

(32) Comma modificato dalla  l.r. n. 28/2016, art. 5, lett.b).

 

 

 

Art. 15

Conferenza di servizi (33)


1. Nell’ambito della procedura di VIA [o di verifica] (34) l’autorità competente indice obbligatoriamente, entro dieci giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso di deposito degli elaborati sul BURP, una Conferenza di servizi per l’acquisizione degli atti necessari alla realizzazione del progetto.

2. La Conferenza di servizi provvede all’esame del progetto e del SIA e si svolge con le modalità stabilite dall’articolo 14 e successivi della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme sul procedimento amministrativo), in quanto compatibili.

3. Le attività tecnico-istruttorie per la VIA [o la verifica] (35) sono svolte dall’ufficio competente, che acquisisce e valuta tutta la documentazione e le osservazioni presentate, avvalendosi del supporto tecnico consultivo del Comitato per la VIA. L’ufficio competente, entro il decimo giorno antecedente la conclusione dei lavori della Conferenza di servizi di cui ai commi 1 e 2, invia il parere espresso dal Comitato per la VIA alle amministrazioni convocate. Il parere è altresì inviato al proponente, che può fornire le proprie controdeduzioni nel termine di cinque giorni dalla data di ricevimento.

4. In sede di Conferenza di servizi è acquisito il parere sull’impatto ambientale del progetto da parte degli enti di gestione delle aree naturali protette nazionali e regionali interessate.

5. In ogni caso, i lavori della Conferenza di servizi si concludono almeno quindici giorni prima della data di scadenza del termine per l’adozione del provvedimento di VIA.

(33) Articolo sostituito dalla l.r. 4/2014, art. 7. Il testo originario era così formulato :"Art. 15  Effetti della V.I.A.          1. La V.I.A. positiva obbliga il proponente a conformare il progetto alle eventuali prescrizioni in essa contenute per la realizzazione e a monitorare nel tempo l'intervento o l'opera. 2. La V.I.A. negativa preclude la realizzazione dell'intervento o dell'opera. 3. La V.I.A. positiva ha efficacia per il tempo, in ogni caso non superiore a tre anni, stabilito nell'atto recante la valutazione di impatto ambientale in relazione alle caratteristiche del progetto, anche in deroga ai termini inferiori previsti per le intese, concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla osta, assensi in qualunque modo denominati, comunque acquisiti. Trascorso detto periodo senza che sia stato dato inizio ai lavori, le procedure di V.I.A. devono essere rinnovate. 4. L'autorità competente, a richiesta del proponente inoltrata prima della scadenza del termine previsto, può prorogare il predetto termine per motivate ragioni, per una volta sola e per un periodo non superiore a quello inizialmente stabilito. "

(34) Parole soppresse dalla l.r. 67/2017, art. 51, comma 1, lett. a)

(35) Parole soppresse dalla l.r. 67/2017, art. 51, comma 1, lett. a)

 

Art. 16

Procedura di verifica.

 

1. Per i progetti assoggettati alla procedura di verifica il proponente presenta all'autorità competente una domanda allegando i seguenti elaborati in conformità alle direttive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera a):

a) il progetto preliminare dell'intervento od opera;

b) una relazione sull'identificazione degli impatti ambientali attesi, anche con riferimento ai parametri e agli standard previsti dalla normativa vigente, nonché il piano di lavoro per la eventuale redazione del S.I.A.;

c) una relazione sulla conformità del progetto alla normativa in materia ambientale e paesaggistica, nonché agli strumenti di programmazione o pianificazione territoriale e urbanistica;

d) ogni altro documento utile ai fini dell'applicazione degli elementi di verifica di cui all'articolo 17.

2. L'ufficio competente accerta, entro dieci giorni dal ricevimento della richiesta, la completezza degli elaborati presentati. Qualora ne rilevi l'incompletezza richiede entro lo stesso termine per una sola volta, le integrazioni e i chiarimenti necessari. La richiesta di integrazione interrompe i termini della procedura di verifica di cui al presente articolo. Nel caso in cui il proponente non ottemperi alle integrazioni entro due mesi dalla data della richiesta, non si procede al compimento della procedura di verifica.

3. Trascorso il termine per la richiesta delle integrazioni ovvero contemporaneamente alla presentazione di tutta la documentazione integrativa, il proponente provvede al deposito degli elaborati presso l'autorità competente e presso la provincia e i comuni interessati . I comuni, entro il termine di quindici giorni dalla data di presentazione della richiesta, danno avviso pubblico dell'avvenuto deposito mediante affissione all'albo pretorio per trenta giorni . (36) 

4. Chiunque può prendere visione degli elaborati depositati e può presentare osservazioni all'autorità competente nei predetti trenta giorni . (37) 

5. Per pervenire alla propria decisione l'autorità competente acquisisce il parere delle amministrazioni interessate in merito al progetto.

6. L'autorità competente assicura che le attività di cui al presente articolo siano attuate in contradditorio con il proponente.

7. L'autorità competente si pronuncia non oltre i sessanta giorni dalla data di presentazione della richiesta del proponente ovvero della presentazione della documentazione integrativa, esprimendosi contestualmente sulle osservazioni presentate (38). Il decorso di tale termine è subordinato al compimento delle forme di pubblicità di cui al comma 3, ovvero, in caso di inerzia dei comuni nell'affissione all'albo pretorio, delle forme di pubblicità già indicate al comma 2 dell'articolo 11. Avverso il silenzio inadempimento dell'autorità competente sono esperibili i rimedi previsti dalla normativa vigente. La pronuncia di esclusione dalla procedura di VIA ha efficacia per il periodo massimo di tre anni; trascorso detto periodo senza che sia stato dato inizio ai lavori, le procedure di cui al presente articolo devono essere rinnovate . (39) 

8. L'autorità competente può subordinare l'esclusione del progetto dalla procedura di V.I.A. a specifiche prescrizioni finalizzate all'eliminazione e/o alla mitigazione degli impatti sfavorevoli sull'ambiente, alle quali il proponente è tenuto ad adeguarsi nelle fasi della progettazione successive a quella preliminare; può inoltre sottoporre la realizzazione del progetto a specifica azione di monitoraggio, da effettuarsi nel tempo e con le modalità stabilite.

9. Nei casi di cui al comma 8, l'autorità competente provvede altresì alla individuazione dell'ente o organo tecnico competente al controllo dell'adempimento delle prescrizioni date, nonché al monitoraggio previsto. L'ente od organo tecnico individuato è tenuto a trasmettere all'autorità competente idonea certificazione di conformità dell'opera realizzata.

10. Qualora l'autorità competente si pronunci per l'assoggettamento del progetto alla procedura di V.I.A., si applicano gli articoli della presente legge relativi alla procedura stessa con esclusione degli adempimenti già eseguiti e compatibili.

11. L'autorità competente provvede a far pubblicare per estratto sul Bollettino ufficiale della Regione la propria decisione.

12. L'autorità competente cura la tenuta di un registro nel quale è riportato l'elenco dei progetti di interventi od opere per i quali è stata richiesta la procedura di verifica, nonché l'indicazione dei relativi esiti.

(36) Il presente comma, già modificato dall'art. 2, comma 1, lettera h), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17, è stato poi così sostituito dall'art. 26, comma 1, lettera a), L.R. 19 febbraio 2008, n. 1. Il testo precedente era così formulato: «3. Trascorso il termine per la richiesta delle integrazioni ovvero contemporaneamente alla presentazione di tutta la documentazione integrativa, il proponente provvede al deposito degli elaborati presso l'autorità competente e presso la provincia e i comuni interessati. I comuni danno avviso pubblico dell'avvenuto deposito mediante affissione all'albo pretorio per trenta giorni.». .

(37)  Comma così modificato dall'art. 2, comma 1, lettera h), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17  Per la proroga del termine per i procedimenti ivi indicati vedi l'art. 10, comma 5, L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(38) Il presente comma, già modificato dall'art. 2, comma 1, lettera h), n. 3), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 e dall'art. 3, comma 13, L.R. 31 dicembre 2007, n. 40, è stato poi così sostituito dall'art. 26, comma 1, lettera b), L.R. 19 febbraio 2008, n. 1. Il testo precedente era così formulato: «7. L'autorità competente si pronuncia non oltre i sessanta giorni dalla data di presentazione della richiesta del proponente ovvero della presentazione della documentazione integrativa, esprimendosi contestualmente sulle osservazioni presentate. Il decorso di tale termine è subordinato al compimento delle forme di pubblicità di cui al comma 3 e alla acquisizione del parere di cui al comma 5. Avverso il silenzio inadempimento dell'autorità competente sono esperibili i rimedi previsti dalla normativa vigente. La pronuncia di esclusione dalla procedura di VIA ha efficacia per il periodo massimo di tre anni, trascorso il quale senza che sia stato dato inizio ai lavori le procedure di cui al presente articolo devono essere rinnovate.».  Per l'interpretazione autentica del comma vedi l'art. 1, comma 1) della L.R. 25 giugno 2013, n. 16. Successivamente, la Corte costituzionale, con sentenza 18 ottobre - 15 dicembre 2016, n. 267 (pubblicata nella Gazz. Uff. 21 dicembre 2016, n. 51, prima serie speciale), ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del numero 3) del suddetto art. 2, comma 1, lettera h), L.R. n. 17/2007, nella parte in cui prevede che «La pronuncia di esclusione dalla procedura di VIA ha efficacia per il periodo massimo di tre anni, trascorso il quale senza che sia stato dato inizio ai lavori le procedure di cui al presente articolo devono essere rinnovate».

(39)  Periodo così sostituito dall'art. 2, comma 1, lettera h), n. 3), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «Decorso tale termine, in caso di silenzio dell'autorità competente il progetto si intende escluso dalla procedura di V.I.A.».

 

Art. 17

Criteri per la procedura di verifica.

1. Fino alla emanazione delle direttive di cui all'articolo 7, comma 1, lettera a); le relazioni di cui all'articolo 16 devono avere, in particolare i seguenti contenuti:

1. Caratteristiche del progetto

Le caratteristiche del progetto di interventi e opere devono essere prese in considerazione in particolare in rapporto ai seguenti elementi:

a) dimensioni del progetto (superfici, volumi, potenzialità). Tali elementi sono considerati in particolare in rapporto alla durata e alla dimensione spaziale e temporale degli impatti;

b) utilizzazione delle risorse naturali;

c) produzione di rifiuti;

d) inquinamento e disturbi ambientali;

e) rischio di incidenti;

f) impatto sul patrimonio naturale e storico tenuto conto della destinazione delle zone che possono essere danneggiate, in particolare zone turistiche urbane o agricole.

2. Ubicazione del progetto

La sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono essere danneggiate dal progetto deve essere presa in considerazione tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:

a) la qualità e la capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona;

b) la capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:

1) zone costiere;

2) zone montuose o forestali;

3) zone nelle quali gli standard di qualità ambientali della legislazione comunitaria sono già superati;

4) zone a forte densità demografica;

5) paesaggi importanti dal punto di vista storico culturale e archeologico;

6) aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche;

7) effetti dell'opera o intervento sulle limitrofe aree naturali protette.

3. Caratteristiche dell'impatto potenziale

Gli effetti potenzialmente significativi dei progetti devono essere considerati in relazione ai criteri stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto in particolare:

a) della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata);

b) dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto;

c) della probabilità dell'impatto;

d) della durata, frequenza e reversibilità dell'impatto.

 

Art. 18

Monitoraggio.

1. Il proponente deve trasmettere alle amministrazioni interessate i risultati del monitoraggio di cui al comma 3 all'articolo 14, nonché informare l'autorità competente delle eventuali modificazioni intervenute nel corso della realizzazione e della gestione dell'intervento od opera. (40)

2. L'autorità competente per l'esercizio delle funzioni di controllo ambientale si avvale delle strutture dell'A.R.P.A. della Puglia. Si avvale, inoltre, delle strutture dell'A.R.P.A. della Puglia per l'eventuale gestione dei dati e delle misure di cui al comma 1 all'interno del sistema informativo sull'ambiente e il territorio.

3. Fino all'insediamento degli organi dell'A.R.P.A., di cui alla legge regionale istitutiva L.R. 22 gennaio 1999, n. 6 le autorità competenti si avvalgono dei Presidi multizonali di prevenzione (P.M.P.) competenti per territorio.

(40) Comma modificato dalla l.r. 4/2014, art. 8.

 

Art. 19

Procedure per progetti localizzati o con impatti ambientali interregionali e transfrontalieri.

1. Nel caso di progetti che risultino localizzati sul territorio di più regioni, la Giunta regionale effettua la procedura di V.I.A. e delibera la valutazione di impatto ambientale d'intesa con le regioni cointeressate.

2. Nel caso di progetti che possono avere impatti rilevanti sull'ambiente di altre regioni confinanti, l'autorità competente è tenuta a informare e ad acquisire anche i pareri delle regioni interessate.

3. Nel caso di progetti che possono avere impatti rilevanti sull'ambiente di un altro Stato, le autorità competenti informano il Ministero dell'ambiente per l'adempimento degli obblighi di cui alla convenzione sulla V.I.A. in un contesto transfrontaliero, stipulata a Espoo il 25 febbraio 1991, ratificata con la legge 3 novembre 1994, n. 640.

 

Art. 20

Partecipazione della Regione alla procedura della L. n. 349/1986.

1. Il parere relativo alla pronuncia di compatibilità ambientale di cui all'articolo 6 della L. n. 349/1986  è espresso dalla Giunta regionale.

2. La Giunta regionale acquisisce il parere delle province e dei comuni interessati. A tal fine le comunicazioni di cui all'articolo 6, comma 3, della L. n. 349/1986 sono trasmesse a cura del proponente, anche alle province e ai comuni interessati. I pareri sono espressi entro quarantacinque giorni dalla data di ricevimento delle comunicazioni trascorsi i quali la Giunta regionale può provvedere anche in assenza dei predetti pareri.

3. La Giunta regionale può promuovere consultazioni e istruttorie pubbliche con le amministrazioni, le associazioni e i soggetti interessati.

 

Art. 21

Vigilanza e sanzioni.

1. Le province, i comuni e gli enti di gestione delle aree naturali protette hanno compiti di vigilanza e controllo sull'applicazione delle disposizioni della presente legge nonché delle prescrizioni contenute nell'atto conclusivo della procedura di valutazione.

2. Nei casi di interventi od opere realizzati senza l'effettuazione della procedura di verifica ovvero delle procedure di V.I.A. in violazione della presente legge, l'autorità competente dispone la sospensione dei lavori in attesa delle risultanze delle procedure di V.I.A. e se necessario la riduzione in pristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a spese e cura del responsabile, definendone i termini e le modalità. In caso di inerzia l'autorità competente esercita l'azione risarcitoria per danno ambientale ai sensi dell'articolo 18 della L. n. 349/1986.

3. Nel casi in cui il progetto sia realizzato in parziale o totale difformità dalle prescrizioni contenute nella V.I.A. di cui all'articolo 13, ovvero nell'atto conclusivo della procedura di verifica di cui all'articolo 16, l'autorità competente, previa eventuale sospensione dei lavori, diffida il proponente ad adeguare l'intervento o l'opera. Il provvedimento di diffida stabilisce i termini e le modalità di adeguamento. Qualora il proponente non si adegui a quanto stabilito nella diffida, l'autorità competente revoca la V.I.A. ovvero l'atto conclusivo della procedura di verifica e applica quanto disposto dal comma 2.

 

TITOLO III

Impatto ambientale in atti normativi, piani e programmi

Art. 22

Atti normativi.

1. I disegni di legge e le proposte di legge nonché i progetti di regolamento aventi a oggetto materie di rilievo ambientale e comunque riguardanti il territorio, la flora, la fauna e altri beni ambientali o l'utilizzo di risorse naturali devono essere accompagnati da uno specifico studio in ordine ai possibili effetti dell'applicazione di tali atti normativi sull'ambiente.

2. I criteri di individuazione degli atti normativi di rilevanza ambientale sono stabiliti dal Consiglio regionale su parere del Comitato per la V.I.A.

 

Art. 23

Piani e programmi. (41)

[1. I piani e i programmi di intervento perseguono l'obiettivo di realizzare uno sviluppo ambientale sostenibile e la tutela e il miglioramento della salute e degli equilibri ecologici.

2. A tal fine i piani e i programmi di intervento regionali e provinciali nonché i relativi stralci e varianti contengono come loro parte integrante una relazione sugli impatti ambientali conseguenti alla propria attuazione.

3. I piani regolatori generali i loro stralci e varianti contengono come parte integrante un S.I.A. redatto secondo le indicazioni dell'articolo 24.

4. Il Consiglio regionale entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, individua i piani e i programmi di intervento regionali, provinciali e comunali diversi dai piani regolatori generali che devono contenere come parte integrante il S.I.A.

5. Gli enti competenti ad adottare i piani e i programmi di intervento effettuano l'informazione e la consultazione sui S.I.A. nell'ambito delle procedure di formazione e approvazione previste per i singoli piani e programmi di intervento ai sensi della legislazione vigente.]

(41) Articolo abrogato dall'art. 21, comma 3 della Legge regionale del 14 dicembre 2012, n. 44.

 

Art. 24 (42)

S.I.A. relativo a piani e programmi.

[1. La Giunta regionale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana direttive in cui sono specificati contenuti e modalità di predisposizione del S.I.A. per i piani e i programmi di intervento individuati al sensi dell'articolo 23. Tali direttive possono, inoltre individuare aree ad alta sensibilità ambientale dettando conseguenti criteri e indirizzi per la predisposizione dei S.I.A. Le direttive sono pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione.

2. Il S.I.A. in particolare deve approfondire le analisi in merito alle previsioni di opere o di interventi di cui agli allegati A e B attraverso l'indicazione delle motivazioni delle scelte previste, anche in rapporto alle possibili alternative, la descrizione delle modificazioni che verranno indotte sull'ambiente e delle misure di mitigazione degli effetti negativi previsti. ]

 (42) Articolo abrogato dall'art. 21, comma 3 della Legge regionale del 14 dicembre 2012, n. 44.

 

TITOLO IV

Disposizioni comuni, transitorie e finali

Art. 25

Informazione e sistema informativo  (43)

1. L'Amministrazione regionale e le Amministrazioni provinciali e comunali sono tenute a scambiarsi dati, informazioni e ogni elemento utile allo svolgimento delle procedure di V.I.A.

2. La Giunta regionale

a) organizza il sistema informativo di cui alla legge regionale 23 dicembre 1996, n. 28 anche per le finalità della presente legge.

b) predispone una raccolta di metodologie e modelli in materia di impatto ambientale.

c) organizza un archivio sull'impatto ambientale, in cui sono catalogati i S.I.A., le V.I.A., nonché la relativa documentazione.

3. Le pubblicazioni sul Bollettino ufficiale della Regione disposte dalla presente legge sono gratuite. Il Presidente della Giunta regionale con apposito atto definisce forme e modalità di tali pubblicazioni.

(43)  Vedi, anche, la Delib.G.R. 16 maggio 2003, n. 701 (allegata).

 

Art. 26

Relazioni sull'attuazione delle procedure di V.I.A. (44).

1. La Giunta regionale presenta annualmente al Consiglio regionale una relazione sull'attuazione della presente legge. In particolare la relazione:

a) informa sulle direttive emanate dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 7 e dell'articolo 24;

b) dà conto degli esiti delle procedure di V.I.A. effettuate in attuazione della presente legge;

c) indica lo stato di definizione degli strumenti informativi di cui all'articolo 25;

d) formula valutazioni e proposte sull'adeguatezza e sull'efficacia delle procedure di V.I.A. effettuate.

2. Per predisporre la relazione la Giunta regionale acquisisce informazioni, valutazioni e proposte dalle province e dai comuni.

3. La relazione è comunicata al Ministero dell'ambiente in attuazione dell'articolo 4, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996.

4. A partire dall'esercizio finanziario 2001, la Giunta regionale promuove la pubblicazione di un volume divulgativo sulle attività delle autorità competenti inerenti la V.I.A. sul territorio pugliese. Alla copertura degli oneri rivenienti dalla presente disposizione la Regione provvederà in sede di bilancio di previsione annuale.

(44)  Vedi, anche, la Delib.G.R. 16 maggio 2003, n. 701 (allegata).

 

Art. 27

Formazione culturale e aggiornamento professionale.

1. A partire dall'esercizio finanziario 2001, la Regione promuove ricerche e sperimentazioni in materia di procedure e ne diffonde i risultati. Per tale fine può avvalersi della collaborazione di università enti e istituti, italiani ed esteri, stipulando apposite convenzioni. Alla copertura degli oneri rivenienti dalla presente disposizione la Regione provvederà in sede di bilancio di previsione annuale.

2. A partire dell'esercizio finanziario 2001, la Regione promuove l'organizzazione e la realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento professionale in materia di procedure di V.I.A. Alla copertura degli oneri rivenienti dalla presente disposizione la Regione provvederà in sede di bilancio di previsione annuale.

 

Art. 28

Comitato per la V.I.A.

1. Presso il Dipartimento regionale mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio, Sezione autorizzazioni ambientali, è istituito il Comitato tecnico regionale per la valutazione di impatto ambientale, nel seguito “Comitato”, quale organo tecnico-consultivo dell’autorità competente regionale in materia di valutazione ambientale di piani, programmi e progetti.(45).

1 bis. Al Comitato sono assegnate le seguenti funzioni:

a) svolge attività di supporto tecnico e giuridico, inclusi gli approfondimenti tecnici e i pareri istruttori intermedi, nell’ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale nelle forme previste dal d.lgs. 152/2006 e dalla presente legge;

b) svolge attività di supporto tecnico e giuridico nell’ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale dei progetti di competenza statale e anche per la valutazione dei piani e dei programmi di competenza statale interregionale e transfrontaliera;

c) ove ritenuto opportuno dal presidente del Comitato, in relazione alla specificità e alla complessità del parere reso, il Comitato offre un contributo tecnico-giuridico nei casi di contenzioso inerente al parere stesso;

d) l’attività tecnico istruttoria del Comitato, nell’ambito dei compiti di cui al comma 1 e al presente comma 1 bis, si estende alle finalità di conservazione proprie della valutazione d’incidenza di cui all’articolo 5 del decreto Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche), come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120. (46)

d bis)  nei casi di particolare complessità, ove ritenuto dal dirigente della Sezione competente, il comitato fornisce un contributo tecnico scientifico giuridico in materia di A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale); (47)

2. Il Comitato è composto da:

a) componenti interni all’Amministrazione regionale, scelti tra i dirigenti delle sezioni regionali, o loro delegati, competenti in materia di:

1) pianificazione territoriale e paesaggistica, tutela dei beni paesaggistici, culturali e ambientali;

2) autorizzazione integrata ambientale, rischi di incidente rilevante, inquinamento acustico ed agenti fisici;

3) difesa del suolo;

4) tutela delle risorse idriche;

5) lavori pubblici ed opere pubbliche;

6) urbanistica;

7) infrastrutture per la mobilità;

8) rifiuti e bonifiche.

In base alla natura della pratica da esaminare, tra i componenti interni possono rientrare anche rappresentanti di altre articolazioni regionali nonché del Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio e del Dipartimento risorse finanziarie e strumentali, personale e organizzazione;

b) componenti esterni nel numero massimo di sei, per lo svolgimento di specifici approfondimenti istruttori e che, in base alla natura della pratica da esaminare, contribuiscano a integrare in via prioritaria le materie per le quali non siano stati individuati componenti interni dell’Amministrazione regionale, selezionati tra liberi professionisti e tra esperti provenienti da amministrazioni pubbliche, comprese le università, gli istituti scientifici e di ricerca, che abbiano conseguito la laurea da almeno dieci anni e con adeguata qualificazione nelle sottostanti materie, scelti da apposito elenco approvato con atto del direttore del Dipartimento d’intesa con il dirigente della Sezione autorizzazioni ambientali, a seguito di procedura comparativa di selezione pubblica ed esperti di:

1) infrastrutture;

2) rifiuti e bonifiche;

3) ingegneria idraulica, idrogeologia e idrologia;

4) ingegneria strutturale;

5) ingegneria chimica;

6) ingegneria meccanica, elettrica, elettronica, energetica, della sicurezza (48)

7) geotecnica;

8) urbanistica;

9) paesaggio;

10) scienze naturali;

11) scienze geologiche;

12) scienze forestali;

13) scienze marine;

14) chimica industriale;

15) scienze ambientali;

16) igiene ed epidemiologia ambientale;

17) diritto ambientale;

18) economia ambientale;

18 bis) scienze agrarie; (49)

18 ter) scienze biologiche; (50)

18 quater) architettura; (51)

18 quinquies) ingegneria ambientale; (52)

18 sexies) ingegneria edile; (53)

 

c) Agenzia regionale protezione ambientale Puglia (ARPA):

1) un componente della direzione  scientifica e un componente del dipartimento ambientale provinciale;

2) Autorità di bacino distrettuale;

3) un rappresentante dell’azienda sanitaria locale territorialmente competente.(54) 

3 bis) un rappresentante dell’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio; (55)

2 bis. I componenti del Comitato:

1) sono nominati con provvedimento del direttore del Dipartimento;

2) sono assoggettati alle cause di incompatibilità e di conflitto di interessi stabiliti dalla normativa statale e regionale;

3) quelli di cui al comma 2, lettera c) vengono indicati dalle amministrazioni di appartenenza che ne garantiscono la presenza in seno al Comitato. (56)

 

2 ter. Per i dirigenti e i delegati interni, le attività svolte nell’ambito del Comitato concorrono al raggiungimento degli obiettivi di servizio dei rispettivi bilanci di direzione Alle spese occorrenti per il funzionamento del Comitato si provvede attingendo dal fondo nel quale confluiscono gli oneri istruttori per la VIA previsti dalla l.r. 17/2007. (57)

3. Fanno parte del Comitato il dirigente della Sezione regionale autorizzazioni ambientali, che svolge le funzioni di presidente, il dirigente responsabile del Servizio regionale cui sono ascritte le relative funzioni, nonché un funzionario in servizio presso la Sezione con funzioni di segretario, tutti senza diritto di votononché dal capitolo del bilancio regionale di cui alla missione 9, programma 8, titolo 1, capitolo 641025, nel quale confluiscono le tariffe istruttorie versate per le istanze di autorizzazione integrata ambientale;.(58) (59)

4. Possono essere invitati ai lavori del Comitato, senza diritto di voto, i coordinatori dei Settori competenti per materia.4. Possono essere invitati ai lavori del Comitato, senza diritto di voto, i coordinatori dei Settori competenti per materia.

5. Le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario in servizio presso il Settore ecologia.

6. Ai componenti esterni, non dipendenti regionali, spetta il compenso e il trattamento economico di missione nella misura stabilita dalla legge regionale 22 giugno 1994, n. 22 con imputazione sullo stanziamento di bilancio a finanziamento della citata legge. (60) 

6 bis. Entro novanta giorni dalla data di entrata in della presente disposizione, la Giunta regionale adotta il nuovo regolamento recante le modalità di funzionamento del Comitato, prevedendo ordinariamente la sua convocazione con periodicità almeno quindicinale.(61)

6 ter. I componenti del Comitato rimangono in carica per un periodo pari a due anni. L’eventuale proroga è concessa in base alla normativa in materia. (62)

(45) Il presente comma, già modificato dall’art. 2, comma 1, lettera i), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17, e  sostituito dall’art. 1, comma 1, L.R. 19 novembre 2012, n. 33, è stato successivamente sostituito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett.. a).. Il testo originario era così formulato: «1. Il Comitato per la V.I.A. è l'organo tecnico consultivo della Regione nella materia della valutazione dell'impatto ambientale.».

(46) Comma inserito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. b).

(47) Lettera aggiunta dalla l.r. 67/2018, art.100, comma 1, lettr a)

(48) Parole aggiunte dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(49) Punto aggiunto dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(50) Punto aggiunto dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(51) Punto aggiunto dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(52) Punto aggiunto dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(53) Punto aggiunto dalla l.r. 67/2017, art. 51,comma1, lett.b)

(54) Il presente comma, già modificato dall’art. 2, comma 1, lettera i), numeri 2), 3) e 4), L.R. 14 giugno 2007, n. 17,  poi  sostituito dall’art. 1, comma 2, L.R. 19 novembre 2012, n. 33, è stato successivamnete modificato dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. c). Il testo originario era così formulato: «2. Esso è nominato previa deliberazione della Giunta regionale con decreto dell'Assessore regionale all'ambiente, ed è composto da: a) un docente universitario o esperto laureato da almeno dieci anni, con esperienza specifica per ciascuna delle seguenti materie: infrastrutture, impianti tecnologici, urbanistica, scienze ambientali, scienze biologiche e naturali, scienze geologiche, scienze agronomiche, chimica, igiene ed epidemiologia ambientale, aspetti giuridico-legali; b) un rappresentante dell'Amministrazione provinciale competente per territorio designato dal Presidente della medesima Provincia tra gli esperti componenti del Comitato tecnico di cui all'articolo 5, comma 9, della legge regionale 3 ottobre 1986, n. 30; c) un rappresentante del Ministero per i beni culturali - Sovrintendenza per la Puglia ai beni ambientali artistici, architettonici e storici; c-bis) un rappresentante dell'Assessorato regionale urbanistica e assetto del territorio.».

(55) Punto aggiunto dalla l.r. 4/2020, art. 2, comma 1.

(56)  Comma inserito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. d).

(57)  Comma inserito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. d).

(58) Comma dapprima modificato dall'art. 2, comma 1, lettera i), n. 5), L.R. 14 giugno 2007, n. 17, successivamente sostituito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. e).

 (59) Parole inserita dalla l.r. 67/2018, art.100, comma 1, lett. b)

(60)  Comma così modificato dall'art. 2, comma 1, lettera i), n. 6), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(61) Vedi, al riguardo, dapprima il Reg. reg. 9 febbraio 2009, n. 3, poi il Reg. reg. 15 ottobre 2009, n. 24(il cui art. 12 ha abrogato il precedente) e infine il Reg. reg. 17 maggio 2011, n. 10 (il cui art. 12 ha abrogato il precedente).

(62) Comma aggiunto dall'art. 2, comma 1, lettera i), n. 7), L.R. 14 giugno 2007, n. 17 e successivamente sostituito dalla l.r. n. 31/2017, art. 1, lett. f).

(63) Comma aggiunto dalla l.r. 11/2021, art. 4, comma 1.

 

 

 

Art. 29

Potere sostitutivo.

1. Qualora la Provincia o il Comune ritardino ingiustificatamente l'espletamento delle procedure di V.I.A. attribuite alla loro competenza, la Giunta regionale, anche su richiesta del proponente li invita a provvedere entro un termine non superiore a quarantacinque giorni.

2. Decorso inutilmente tale termine, la Giunta regionale nomina un Commissario ad acta per la conclusione delle procedure di V.I.A. Gli oneri finanziari relativi all'attività del Commissario ad acta sono a carico dell'autorità competente.

 

Art. 30

Spese istruttorie.

1. Le spese per accertamenti tecnici richieste dall'autorità competente, le visite sopralluogo del personale degli uffici istruttori, nonché l'accesso alle informazioni relative alle procedure di V.I.A. o di verifica sono a carico del proponente e sono determinate secondo parametri stabiliti dalla Giunta regionale.

 

Art. 31

Prima applicazione della legge.

1. La data di decorrenza dell'esercizio delle funzioni conferite dalla presente legge alle province, ai comuni e agli Enti-Parco regionali nonché l'individuazione delle risorse finanziarie e strumentali necessarie sono disciplinate dall'articolo 16 commi 3 e 4, della legge regionale 30 novembre 2000, n. 22 "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali".

 

(giurisprudenza)

Consiglio di Stato

Sez. IV, sent. n. 1518 del 05-04-2005, Tormaresca s.r.l. c. Prefetto di Brindisi e Rete ferroviaria italiana - R.F.I. s.p.a.

 

Art. 32

Norme transitorie. (64)

 

1. Le disposizioni della presente legge si applicano ai procedimenti in corso, in quanto compatibili.

(64) Articolo sostituito dalla l.r. 4/2014, art. 9. Il testo originario dell'articolo era così formulato:"1. I procedimenti di V.I.A., di verifica di assoggettabilità a V.I.A. e di valutazione di incidenza ambientale, attivati presso la Regione prima dell'entrata in vigore della presente legge, sono portati a compimento secondo le procedure vigenti al momento della presentazione dell'istanza. 2. Fino alla costituzione del Comitato per la V.I.A. di cui all'articolo 28, la Regione nell'espletamento dei procedimenti di cui alla presente legge, continua ad avvalersi sino e non oltre il 30 giugno 2001, del Comitato così come costituito ai sensi della Delib.G.R. 27 gennaio 1998, n. 16. "

 

(giurisprudenza)

T.A.R. Bari

Sez. II, sent. n. 4643 del 21-10-2002, Soc. E.R. c. Provincia di Bari ed altro

 

Allegato A

INTERVENTI SOGGETTI A V.I.A. OBBLIGATORIA

ELENCO A.1

Progetti di competenza della Regione

A. 1.a) Recupero di suoli dal mare per una superficie che supera i 200 ha;

A. 1.b) trattamento di prodotti intermedi e fabbricazione di prodotti chimici, per una capacità superiore alle 35.000 t/anno di materie prime lavorate (in particolare sono compresi in tale classe gli impianti di cracking per la produzione di etilene, gli impianti per la produzione di cloruro di vinile);

A. 1.c) produzione di pesticidi, prodotti farmaceutici, pitture e vernici, elastomeri e perossidi, per insediamenti produttivi di capacità superiore alle 35.00 t/anno di materie prime lavorate;

A. 1.d) porti turistici e da diporto quando lo specchio d'acqua è superiore a 10 ha o le aree esterne interessate superano i 5 ha oppure i moli sono di lunghezza superiore ai 300 m (65);

A. 1.d-bis) opere di difesa del mare quando lo specchio d'acqua compreso tra l'opera di difesa a mare e la costa supera i 10 ha o la lunghezza della difesa è superiore a 300 m (66);

A. 1.e) dighe e altri impianti destinati a trattenere, regolare o accumulare le acque in modo durevole a fini non energetici di altezza superiore a 10 m e/o di capacità superiore a 100.000 mc;

A. 1.f) elettrodotti aerei esterni per il trasporto di energia elettrica con tensione nominale superiore a 100 kV con tracciato di lunghezza superiore a 10 km;

A. 1.g) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, come definiti nell'allegato D del D.Lgs. n. 22/1997, mediante operazioni di cui all'allegato B (a esclusione dei punti D13, D14 e D 15) e all'allegato C (lettera da R1 a R9) del D.Lgs. n. 22/1997(67) ;

A. 1.h) attività di coltivazione di minerali solidi;

A. 1.i) attività di coltivazione degli idrocarburi e delle risorse geotecniche della terraferma;

A. 1.l) impianti di smaltimento di rifiuti mediante operazioni di iniezione in profondità, lagunaggio, scarico di rifiuti solidi nell'ambiente idrico, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino, deposito permanente (operazioni di cui all'Allegato B lettere D3, D4, D6, D7 e D12 del D.Lgs. n. 22/1997);

A. 1.m) sistemi di estrazione o di ricarica artificiale delle acque freatiche in cui il volume annuale dell'acqua estratta o ricaricata sia pari o superiore a 10 milioni di metri cubi.

(65)  Lettera così sostituita dall'art. 2, comma 1, lettera j), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «A. 1.d) porti turistici e da diporto quando lo specchio d'acqua è superiore a 10 ha o le aree esterne interessate superano i 5 ha oppure i moli sono di lunghezza superiore ai 300 m; opere di difesa del mare quando lo specchio d'acqua compreso tra l'opera di difesa a mare e la costa supera i 10 ha o la lunghezza della difesa è superiore a 300 m.».

(66)  Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera j), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(67)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera l), L.R. 14 giugno 2007, n. 17

 

ELENCO A.2

Progetti di competenza della Provincia

A. 2.a) Utilizzo di acque superficiali nei casi in cui la derivazione supera i 200 I/minuto secondo e di acque sotterranee ivi comprese acque minerali e termali, nei casi in cui la derivazione supera i 100 I/minuto secondo in una superficie di 1 kmq. O comunque supera i 50 I/minuto secondo;

A. 2.b) fabbricazione di pasta carta a partire dal legno o da altre materie fibrose e fabbricazione di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 100 t/g;

A. 2.c) stoccaggio di petrolio, prodotti petroliferi, petrolchimici e chimici pericolosi, ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni con capacità complessiva superiore a 40.000 t;

A. 2.d) impianti per la concia del cuoio e del pellame qualora la capacità supera le 12 t di prodotto finito al giorno;

A. 2.e) impianti destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi nonché concentrati o materie prime secondarie attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici;

A. 2.f) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 50 t/giorno, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a D11, e all'allegato C, lettere da R1 a R9 del D.Lgs. n. 22/1997 (68);

A. 2.g) impianti per la decoibentazione e il trattamento di materiale contenenti amianto;

A. 2.h) stazioni di trasferimento di rifiuti con capacità superiore a 100 t/giorno;

A. 2.i) discariche di rifiuti urbani e assimilabili con una capacità superiore a 100.000 mc;

A. 2.j) discariche di rifiuti speciali, a esclusione delle discariche per inerti con capacità sino 50.000 mc;

A. 2.k) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamento preliminari e deposito preliminare (operazioni D13, D14 e D15 dell'allegato B del D.Lgs. n. 22/1997) con potenzialità superiore a 30.000 mc, e analoghi impianti di rifiuti non pericolosi con potenzialità superiore a 100.000 mc (65);

A. 2.l) impianti di depurazione delle acque con potenzialità a 100.000 abitanti equivalenti o impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti la cui ubicazione o il cui recapito è difforme dalle indicazioni del piano di risanamento delle acque della Regione Puglia;

A. 2.m) impianti per lo smaltimento o recupero di rifiuti non pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamento preliminari e deposito preliminare con capacità superiore a 200 t/giorno (operazione di cui all'Allegato B del D.Lgs. n. 22/1997, punti D13, D14);

A. 2.n) impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare con capacità superiore a 150.000 mc oppure con capacità superiore a 200 t/giorno (operazione di cui all'Allegato B, lettera D15 del D.Lgs. n. 22/1997);

A. 2.o) piani di gestione dei bacini estrattivi, così come identificati dal piano regionale per le attività estrattive (69);

A. 2.p) impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:

a) 85.000 posti per polli da ingrasso, 60.000 posti per galline;

b) 3.000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg);

c) 900 posti per scrofe (70).

 

(67)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera l), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(68)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera l), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(69)  Lettera aggiunta con avviso di rettifica pubblicato nel B.U. 17 maggio 2001, n. 72; correzione ribadita con avviso di errata corrige pubblicato nel B.U. 4 ottobre 2001, n. 148. Successivamente la presente lettera è stata così sostituita dall'art. 2, comma 1, lettera j), n. 3), L.R. 14 giugno 2007, n. 17. Il testo originario era così formulato: «A. 2.o) cave e torbiere con più di 500.000 mc/a di materiale estratto o di area interessata superiore a 20 ha.».

(70)  La presente lettera, in origine «A.2.o)» è stata così corretta con avviso di rettifica pubblicato nel B.U. 17 maggio 2001, n. 72, in conseguenza dell'aggiunta dell'attuale lettera «A.2.o)» operata dello stesso avviso di rettifica; correzione ribadita con avviso di errata corrige pubblicato nel B.U. 4 ottobre 2001, n. 148.

 

ELENCO A.3

Progetti di competenza del Comune

A. 3.a cave e torbiere con 500 mila o più mc/anno di materiale estratto o di area interessata superiore a 20 ha, nonché cave e torbiere non inserite all'interno della perimetrazione dei bacini estrattivi, così come identificati dal piano regionale per le attività estrattive, ovvero inseriti all'interno della perimetrazione dei bacini estrattivi per i cui piani di gestione non sia stata già espletata la procedura di VIA e, ove occorra, la procedura di valutazione di incidenza. (71)

(71)  La presente lettera, già sostituita dall'art. 2, comma 1, lettera j), n. 4), L.R. 14 giugno 2007, n. 17, è stata poi nuovamente così sostituita dall'art.10, comma 1, lettera a), L.R. 3 agosto 2007, n. 25. Il testo precedente era così formulato: «A.1.a) cave e torbiere con 500 mila o più mc/anno di materiale estratto o di area interessata superiore a 20 ha, nonché cave e torbiere non inserite all'interno della perimetrazione dei bacini estrattivi, così come identificati dal piano regionale per le attività estrattive, ovvero inserite all'interno della perimetrazione di bacini estrattivi, per i cui piani di gestione non sia stata già espletata la procedura VIA e, ove occorra, di valutazione di incidenza.».

 

1.  Nelle more di un complessivo adeguamento della normativa regionale in materia di valutazione d’impatto ambientale alla normativa statale, l’Allegato A e l’Allegato B con i relativi sottoelenchi della legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale) sono sostituiti dagli allegati A e B e relativi sottoelenchi delle presenti disposizioni.

2. Salvo che il proponente non reiteri l’istanza di valutazione ambientale, sono archiviati i procedimenti avviati, non conclusi e in contrasto con le disposizioni di cui alla presente legge.

3.  La presentazione dell’istanza di reiterazione di cui al comma 2 deve avvenire entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, determinando il prosieguo del procedimento. (72)

(72) Gli Allegati A e b e relativi sotto elenchi sono stati sostituiti dalla l.r. 11/2021, art. 5, commi 1,2 e3.

1.  Nelle more di un complessivo adeguamento della normativa regionale in materia di valutazione d’impatto ambientale alla normativa statale, l’Allegato A e l’Allegato B con i relativi sottoelenchi della legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale) sono sostituiti dagli allegati A e B e relativi sottoelenchi delle presenti disposizioni.

2. Salvo che il proponente non reiteri l’istanza di valutazione ambientale, sono archiviati i procedimenti avviati, non conclusi e in contrasto con le disposizioni di cui alla presente legge.

3.  La presentazione dell’istanza di reiterazione di cui al comma 2 deve avvenire entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, determinando il prosieguo del procedimento.

Vedasi allegati

Allegato B

INTERVENTI SOGGETTI A PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.I.A.

ELENCO B.1

Progetti di competenza della Regione

Progetti di infrastrutture

B. 1.a) interporti;

B. 1.b) porti lacuali, fluviali, vie navigabili;

B. 1.d) strade extraurbane secondarie a carattere regionale;

B. 1.d) linee ferroviarie a carattere regionale;

B. 1.e) opere costiere destinate a combattere l'erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la costruzione di dighe, moli e altre opere marittime;

B. 1.f) [opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazioni e interventi di bonifica e altri simili destinati a incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale] (73);

B. 1.g) aereoporti;

B. 1.h) porti turistici e da diporto con parametri inferiori a quelli indicati nella lettera A. 1.d).

Altri progetti

B. 1.i) recuperi di suoli dal mare per una superficie che supera i 5 ha;

B. 1.j) trattamento di prodotti intermedi e fabbricazione di prodotti chimici, per una capacità superiore alle 10.000 t/anno di materie prime lavorate;

B. 1.k) produzione di pesticidi, prodotti farmaceutici, pitture, elastomeri e personali per insediamenti produttivi di capacità compresa tra 10.000 t/anno e inferiore o uguale a 35.000 t/anno di materie prime lavorate;

B. 1.l) impianti di superficie dell'industria di carbon fossile, di petrolio, di gas naturale e di minerali metallici nonché di scisti bituminosi;

B. 1.m) agglomerazione industriale di carbon fossile;

B. 1.n) parchi tematici;

B. 1.o) modifica delle opere e degli interventi elencati nell'Elenco A.1;

B. 1.p) modifica delle opere e degli interventi elencati nell'Elenco B.1.

B. 1.p-bis) installazione di oleodotti e gasdotti con lunghezza complessiva superiore a 20 Km (74).

(73)  Lettera soppressa dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(74)  Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 1), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

 

ELENCO B.2

Progetti di competenza della Provincia

Agricoltura

B. 2.a) cambiamento di uso di aree non coltivate, semi naturali o naturali per la loro coltivazione agraria intensiva con una superficie superiore a 10 ha;

B. 2.b) forestazione di superficie superiore a 20 ha; deforestazione allo scopo di conversione ad altri usi del suolo di una superficie superiore a 5 ha;

B. 2.c) progetti di irrigazione per una superficie superiore a 300 ha;

B. 2.d) progetti di ricomposizione fondiaria che interessano superficie superiore a 200 ha;

B. 2.e) impianti per l'allevamento intensivo di animali con più di 40 q.li di peso vivo per ettaro;

B. 2.f) piscicoltura per superficie complessiva oltre i 5 ha.

Industria energetica

B. 2.g) impianti termici per la produzione di energia, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50 MW;

B. 2.g/1) attività di ricerca di minerali solidi, di idrocarburi liquidi e gassosi in terra ferma e di risorse geotermiche incluse le relative attività minerarie nonché estrazioni di minerali mediante dragaggio fluviale;

B. 2.g/2) impianti industriali per il trasporto del gas, vapore e dell'acqua calda che alimentano condotte con una lunghezza complessiva superiore ai 20 km;

B. 2.g/3) impianti per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento non esclusione degli impianti con produzione massima di 1/MW (71);

B. 2.g/4) impianti per la produzione di energia idroelettrica superiore a 5 MW;

B. 2.g/5) installazione di oleodotti e gasdotti con lunghezza complessiva inferiore ai 20 km (75).

B.2.g/5-bis) impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda, diversi da quelli di cui alle lettere B.2.g, B.2.g/3 e B.2.g/4, con potenza elettrica nominale uguale o superiore a 1 MW. Tale soglia è innalzata a 3 MW nel caso in cui gli impianti in parola siano realizzati interamente in siti industriali dismessi localizzati in aree a destinazione produttiva come definite nell'articolo 5 del D.M. 2 aprile 1968, n. 1444 del Ministero dei lavori pubblici (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765). (76)

Lavorazione dei materiali

B. 2.h) impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metalliferi che superano 5.000 mq. Di superficie impegnata o 50.000 mc. Di volume;

B. 2.i) impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria) colata continua di capacità superiore a 2,5 t/ora;

B. 2.j) impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante:

- Laminazione a caldo con capacità superiore a 20 t di acciaio grezzo all'ora;

- Forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 KJ per maglio e allorché la potenza calorifica è superiore a 20 MW;

- Applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2t di acciaio grezzo all'ora;

B. 2.k) fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione superiore a 20 t/giorno;

B. 2.l) impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in fonderia) con una capacità di fusione superiore a 10 t per il piombo e il cadmio o a 50 t per tutti gli altri metalli;

B. 2.m) impianti per il trattamento di superfici di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento abbiano volume superiore a 30 mc;

B. 2.n) impianti di costruzione e montaggio di auto e motoveicoli e costruzione dei relativi motori, impianti per la costruzione e riparazione di aeromobili, costruzione di materiale ferroviario e rotabile che superano 10.000 mq. Di superficie impegnata o 50.000 mc di volume;

B. 2.o) cantieri navali di superficie complessiva superiore a 2 ha;

B. 2.p) imbutitura di fondo con esplosivi che superano 5.000 mq. di superficie impegnata o 50.000 mc di volume.

Industria dei prodotti alimentari

B. 2.q) impianti per il trattamento e la trasformazione di materie prime animali (diverse dal latte) con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 t/giorno;

B. 2.r) impianti per il trattamento e la trasformazione di materie prime vegetali con una produzione di prodotti finiti di oltre 300 t/giorno su base trimestrale;

B. 2.s) impianti per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari con capacità di lavorazione superiore a 200 t/giorno su base annua;

B. 2.t) impianti per la produzione di birra o malto con una capacità di produzione superiore a 500.000 hl/anno;

B. 2.u) impianti per la produzione di dolciumi e sciroppi che superano 50.000 mc di volume;

B. 2.v) macelli aventi una capacità di produzione di carcasse superiore a 50 t/giorno e impianti per l'eliminazione o il recupero di carcasse e di residui di animali con una capacità dì trattamento di oltre 10 t/giorno;

B. 2.w) impianti per la produzione di farina di pesce o di olio di pesce con capacità di lavorazione superiore a 50.000 q/anno di prodotto lavorato;

B. 2.x) molitura dei cereali, industria dei prodotti amidacei industria dei prodotti alimentari per zootecnia che superino 8.000 mq. di superficie impegnata o 50.000 mc. Di volume;

B. 2.y) zuccherifici, impianti per la produzione di lieviti con capacità di produzione o raffinazione superiore a 10.000 t/giorno di barbabietole;

Industrie dei tessili, del cuoio, del legno, della carta

B. 2.z) impianti di fabbricazione di pannelli di fibre, pannelli di particelle o compensati di capacità superiore alle 50.000 t/anno di materie prime lavorate;

B. 2.aa) impianti per la produzione e la lavorazione di cellulosa fabbricazione di carta e cartoni di capacità superiore a 50 t/giorno;

B. 2.ab) impianti per il pretrattamento (operazioni quali il lavaggio, l'imbianchimento la mercerizzazione) o la tintura di fibre di tessili di lana la cui capacità di trattamento supera le 10 t/giorno;

B. 2.ac) impianti per la concia del cuoio e del pollame qualora la capacità superi le 5 t di prodotto finito al giorno.

Industria della gomma e delle materie plastiche

B. 2.ad) fabbricazione e trattamento di prodotti a base di elastomeri con almeno 25.000 t/anno di materie prime lavorate.

Progetti di infrastrutture

B. 2.ae) derivazione e opere connesse di acque superficiali che prevedano derivazioni superiori a 50 I/minuto secondo o di acque sotterranee che prevedano derivazioni superiori a 50 I/minuto secondo per una superficie non maggiore di 0,5 kmq o comunque superi i 25 I/minuto secondo;

B. 2.ae-bis) opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazioni e interventi di bonifica e altri simili destinati a incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazioni di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale (77);

B. 2.ae-ter) opere di dragaggio dei sedimenti marini e di prelievo di materiali litoidi anche ai fini di riutilizzo, escluse le operazioni inserite in interventi di bonifica di siti inquinati, così come definiti dalla parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 (78);

B. 2.af) strade extraurbane secondarie;

B. 2.ag) linee ferroviarie a carattere locale;

B. 2.ah) acquedotti con lunghezza superiore ai 20 km;

B. 2.ai) impianti di incenerimento e di trattamento di rifiuti urbani e assimilabili con capacità superiore a 10 t/giorno, e stazioni di trasferimento, con capacità superiore a 20 t/giorno;

B. 2.aj) impianti di incenerimento e di trattamento di rifiuti speciali di capacità superiore a 10 t/giorno;

B. 2.ak) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamento preliminari e deposito preliminare, con potenzialità superiore a 30.000 mc. Nonché analoghi impianti per rifiuti pericolosi con potenzialità pari o inferiore a 30.000 mc (79);

B. 2.al) discariche di rifiuti urbani e assimilabili;

B. 2.am) impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a 10.000 abitanti equivalenti.

Altri progetti

B. 2.an) piste permanenti per corse e prove di automobili, motociclette e altri veicoli a motore;

B. 2.ao) centri di raccolta, stoccaggio e rottamazione di rottami di ferro, autoveicoli e simili con superficie superiore a 1 ha;

B. 2.ap) banchi di prova per motori, turbine, reattori quando l'area impegnata supera i 500 mq.;

B. 2.aq) fabbricazione di fibre minerali artificiali che superano 5.000 mq. di superficie impegnata o 50.000 mc di volume;

B. 2.ar) fabbricazione, condizionamento, carica o messa in cartucce di esplosivi con almeno 25.000 t/anno di materie prime lavorate;

B. 2.as) stoccaggio di prodotti chimici pericolosi, ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni, con capacità complessiva superiore a 1.000 t;

B. 2.at) impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 500 t/giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 t/giorno o in altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 40 t/giorno;

B. 2.au) impianti di produzione di vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di otre 10.000 t/anno;

B. 2.av) cokerie (distillazione a secco di carbone);

B. 2.aw) fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni refrattari, piastrelle, grès e porcellane, con capacità produttiva di oltre 40.000 t/a;

B. 2.ax) campeggi e villaggi turistici di superficie superiore a 5 ha, centri turistici residenziali ed esercizi alberghieri con oltre 300 posti letto o volume edificato superiore a 25.000 mc., o che occupano una superficie superiore ai 20 ha, esclusi quelli ricadenti all'interno dei centri abitati;

B. 2.av) modifica delle opere e degli interventi elencati nell'Elenco A.2;

B. 2.az) modifica delle opere e degli interventi elencati nel presente Elenco B.2.

 (75)  La presente lettera, già sostituita dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17, è stata poi nuovamente così sostituita dall'art. 10, comma 1, lettera b), L.R. 3 agosto 2007, n. 25. Il testo precedente era così formulato: «B.2.g/3 impianti per la produzione di energia mediante lo sfruttamento di fonti rinnovabili con esclusione degli impianti per autoconsumo con produzione massima fino a 1MW;».

(76)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(77)  La presente lettera, aggiunta dall'art. 10, comma 1, lettera b), n. 2, L.R. 3 agosto 2007, n. 25, sostituita dall'art. 5, comma 1, L.R. 21 ottobre 2008, n. 31 (vedi anche, per la data di applicazione, il comma 2 del medesimo articolo) il cui testo originario era così formulato: «B.2.g/5-bis) impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda, diversi da quelli di cui alle lettere B.2.g, B.2.g/3 e B.2.g/4, con potenzialità produttiva uguale o superiore a 15MW.».è stata poi così modificata dall'art.1, c.1 della  LR  18 ottobre 2010, n. 13. Il testo già modificato era così formulato:"  impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda, diversi da quelli di cui alle lettere B.2.g, B.2.g/3 e B.2.g/4, con potenza elettrica nominale uguale o superiore a 10 MWe "

(77)  Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(78)  Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, lettera k), n. 2), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

(79)  Lettera così modificata dall'art. 2, comma 1, lettera l), L.R. 14 giugno 2007, n. 17.

 

ELENCO B.3

Progetti di competenza del Comune

Progetti di infrastrutture

B. 3.a) Lavori per l'attrezzamento di aree industriali con una superficie interessata superiore a 40 ha;

B. 3.b) progetti di sviluppo di aree urbane, nuove o in estensione, interessanti superfici superiori a 40 ha; progetti di sviluppo urbano all'interno di aree urbane esistenti che interessano superficie superiori a 10 ha;

B. 3.c) progetti di riassetto urbano, compresa la costruzione di centri commerciali ed ipermercati, nonché la costruzione di parcheggi e aree attrezzate a parcheggio a carattere permanente con posti auto superiori a 350;

B. 3.d) impianti meccanici di risalita, escluse le sciovie e le monofuni a collegamento permanente aventi lunghezza inclinata non superiore a 500 m., con portata oraria massima superiore a 1.800 persone;

B. 3.e) costruzione di strade di scorrimento di area urbana o potenziamento di esistenti a quattro o più corsie con lunghezza, in area urbana, superiore ai 1.500 m.,

B. 3.f) sistemi di trasporto a guida vincolata (tramvie e metropolitane), funicolari o linee di natura similare, esclusivamente o principalmente adibite al trasporto di passeggeri;

B. 3.g) terreni da campeggio e caravanning a carattere permanente.

Altri progetti

B. 3.h) impianti di squartamento;

B. 3.i) impianti per il recupero o la distruzione di sostanze esplosive;

B. 3.l) modifica delle opere e degli interventi elencati nell'Elenco A.3;

B. 3.m) modifica delle opere e degli interventi elencati nell'Elenco B.3.